Tracce di Apocalisse aliena
Tradizionalmente tra i corti selezionati dal Molo Film Festival l’animazione trova tutto lo spazio che merita. E così anche in questa edizione 2023, nella prima giornata dedicata interamente alle proiezioni, campeggiano (seppur diversissimi tra loro a livello di ispirazione e di tecniche utilizzate) ben due cortometraggi animati: En rang par deux del binomio Elisabetta Bosco – Margherita Giusti ed Archang3l, realizzato invece da Angelo Mastrolonardo, Federico Starinieri, Riccardo Grilli e Lorenzo Cascini. Su quest’ultimo, che verrà proiettato al Caffè Letterario stasera intorno alle 19.30, intendiamo soffermarci adesso un pochino di più…
Prodotto, come tanti altri corti interessanti visionati negli ultimi anni, dal Centro Sperimentale di Cinematografia, Piemonte, dipartimento Animazione, Archang3l ricorre a un surrealismo oltremodo spinto per mettere in scena una sorta di immaginifica Apocalisse aliena.
Nel lavoro di squadra portato avanti da Angelo Mastrolonardo (artefice anche del concept dell’opera), Federico Starinieri, Riccardo Grilli e Lorenzo Cascini a farsi apprezzare è, innanzitutto, un’ispirata e matura parafrasi di quell’iconografia religiosa, riferita a svariate epoche, che nella circostanza va a popolare un ipotetico contesto extraterrestre di determinate immagini: croci, figure sacerdotali, ipotetiche “torri di Babele”, creature angeliche, creature diaboliche, persino qualche emisssario divino simile all’Arcangelo Michele che annienta il Drago.
L’azione si colloca nel Tremila e qualcosa sulla superficie di un fantomatico pianeta Eden (nomen omen) dove la popolazione locale, composta da civilizzatissimi umanoidi verdastri che si riproducono deponendo uova, appare minacciata da un’imponente forza demoniaca che semina ovunque caos, distruzione e morte. Laddove l’avanzato sviluppo tecnologico di tale civiltà si è dimostrato impotente, saranno la preghiera, l’intervento di altri esseri soprannaturali e lo spirito di sacrificio del prigioniero in cerca di redenzione, cui viene affidata quale ultima risorsa la navetta spaziale Archang3l, a segnare una temporanea vittoria nella sempiterna lotta tra Bene e Male.
Naturalmente non è tanto dall’elementarità del plot, quanto piuttosto dalla sua resa visiva e dall’intrigante sostrato filosofico/spirituale che arrivano le suggestioni più forti. A livello di immaginario le coloratissime “tavole” che descrivono il pianeta Eden e la singolare razza che vi abita possiedono qualcosa, specie nelle tinte sgargianti e nella psichedelia di talune trasformazioni, che può ricordare gli anni ’70, più in particolare i fumetti di culto della rivista Métal Hurlant. Eppure, gli autori sembrano avere ugualmente a cuore i classici dell’animazione giapponese, dalle saghe robotiche di Go Nagai (il pilota della navicella spaziale che accetta di immolarsi contro il mostro di turno) a serie più recenti come Neon Genesis Evangelion, cui è impossibile non pensare osservando l’incedere minaccioso delle gigantesche figure concepite a guisa di Angelo e/o Demone.
L’effetto del breve racconto cinematografico è perciò decisamente penetrante, magnetico, a tratti ieratico come lo sono del resto le musiche così atmosferiche di Amos Cappuccio e Federico Chiari.
Stefano Coccia