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Annie Parker

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VOTO: 7.5

Quando l’infinito dove s’incontrano due vite parallele si chiama ricerca

Cos’è l’intuizione?
L’etimologia la definisce “una forma di conoscenza immediata che non abbisogna di ragionamento”.
Se volessimo descrivere Annie Parker in poche parole, diremmo che è un film interamente basato sull’intuizione.
Protagoniste due donne, distanti nella vita, distanti nel modo di essere, distanti per il loro vissuto. Eppure, le loro esistenze, da un certo momento in poi, viaggeranno su due binari paralleli. Due rette destinate a incontrarsi in un punto indefinito della loro vita; un punto che nessuno avrebbe mai potuto immaginare.
Annie Parker è una ragazza piuttosto comune: non sembra particolarmente brillante, non ha vinto borse di studio nelle migliori università americane, non ha una grande carriera alle spalle. Vive la sua vita come tante donne della sua età. Ma due tragici eventi segnano la sua esistenza, creando uno spartiacque tra il prima e il dopo che la costringerà a una ricerca alla quale non riuscirà mai a sottrarsi: a soli undici anni, Annie vede morire la madre di tumore al seno. La stessa drammatica sorte toccherà anche alla sorella, che la abbandonerà poco dopo, nel fiore dei suoi anni.
Tormentata dal pensiero che prima o poi possa capitare anche a lei, Annie da quel momento si rivolgerà periodicamente ai medici in cerca di aiuto e al marito in cerca di conforto. Giustamente, aggiungeremmo.
Ma siamo negli anni 60, e le vere cause del tumore al seno non sono ancora state scoperte: il carcinoma è una malattia come tante, dovuta a un’inspiegabile casualità, e il fatto che spesso capiti a donne appartenenti alla stessa famiglia non rappresenta una variabile su ci basare eventuali ricerche. E allora Annie, da donna previdente, diventa agli occhi dei benpensanti una povera ossessiva, una persona, al più, da compatire perché in preda a banali fissazioni: normalissime forme d’inquietudine dovute alla precoce perdita dei propri cari. Ma Annie non si dà per vinta, e quelle “inutili angosce” sono per lei uno stimolo che la porterà a una profondissima ricerca, germe di una rivoluzione epocale.
A diverse miglia di distanza, una brillante scienziata conduce da anni una ricerca volta a dimostrare quanto fino a quel momento aveva solo intuito: il legame tra il gene BRCA1 e il tumore al seno, ovvero, l’alta probabilità di trasmissione della malattia fra membri appartenenti a uno stesso nucleo familiare. È Marie-Clare King, un’abile oncologa che, come Annie, verrà osteggiata in tutti i modi nel perseguimento della proprio obiettivo da una comunità composta da medici maschilisti e conservatori.
La pellicola si dipana dunque fra due vite lontane, ma profondamente legate da una ricerca di portata storica.
Sapere che si sta per assistere alla proiezione di un film sulla scoperta delle vere cause del tumore al seno, non predispone certo alla leggerezza di quando si sta andando a vedere una divertente commedia. Eppure, Annie Parker, grazie alla bravura di una Helen Hunt nei panni di una scienziata severa e determinata e soprattutto di una Samantha Morton che, grazie alla totale padronanza del proprio personaggio, riesce a creare una profonda empatia fra la sua Annie e il pubblico, rimane un film tutto sommato leggero e a tratti perfino divertente.
La maestria delle attrici è inoltre accompagnata da una narrazione che permette di conoscere a fondo i sentimenti che hanno provato le due protagoniste nel fiore degli anni 60, quando le donne che osavano avvicinarsi alla parola “ricerca” venivano osteggiate in tutti i modi, nel privato da un marito che non accettava di avere accanto una compagna che si facesse delle domande; nel pubblico da una società misogina e reazionaria, che poco spazio lasciava a chi proponeva qualcosa di nuovo, soprattutto se ciò richiedeva lo studio su un corpo fino a quel momento pensato solo come finalizzato alla procreazione.
La cura e prevenzione di una malattia fisica era, dunque, solo la facciata esterna di un problema molto più profondo.
Come un bel mantello, essa avvolgeva, in realtà, lo splendido corpo di una grande guerriera, impegnata da secoli in una battaglia molto più dura: quella contro la comune credenza che qualsiasi disgrazia possa capitare a una donna abbia come unica matrice la colpa di essere nata, appunto, donna.

Costanza Ognibeni

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