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Troll Bridge

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VOTO: 9

Tra Mondo Disco e Terra di Mezzo

Per Terry Pratchett. Troll Bridge è una lettera d’amore al suo autore, lo scrittore fantasy britannico scomparso pochi anni fa, noto al mondo intero per la sua lunga serie di romanzi ambientati a Mondo Disco.

Basato sull’omonimo racconto contenuto nell’antologia dedicata a J.R.R. Tolkien, After the King, di Martin H. Greenberg, Troll Bridge (visionato durante il 39° Fantafestival) è un cortometraggio ibrido, in perfetto equilibrio tra live action ed animazione, che incanta lo spettatore e lo porta ancora una volta nel mondo Fantasy creato dal Maestro Tolkien e in quello del suo contraltare Pratchett.

Protagonista della storia, l’ormai anziano Cohen the Barbarian, l’ultimo Barbaro di Mondo Disco, che, in sella al suo cavallo parlante e con la sua spada che diventa blu in vicinanza dei troll (e il ricordo corre veloce a Pungolo, la lama elfica di Bilbo Baggins che rivela allo stesso modo la presenza degli orchi), intraprende una ricerca suicida per combattere un troll del ponte, come avveniva un tempo. L’eroe troverà il troll sotto il ponte con moglie e figlio, protagonisti di un simpatico battibecco familiare, con il tipico umorismo di Pratchett; ma dopo un breve combattimento, l’incontro tra i due finirà in un amarcord: eroe e troll si troveranno a parlare, ricordando quando il loro mondo era ancora a misura di troll ed eroi e non colonizzato. Alla fine, Cohen darà al troll tutti i suoi soldi e andrà via, in sella al suo compagno parlante.

Le cose cambiano, le cose passano. L’eroe combatte una guerra per cambiare il mondo, ma in quel mondo, poi, lui non troverà più posto. Come accade a Frodo, dopo la distruzione dell’anello e la vittoria su Mordor. Coloro che combattono per un luminoso futuro, non sempre sono, per natura, adatti a viverci. Non è sempre così; Aragorn e Samvise Gangee, per restare nella Terra di Mezzo, quel posto lo troveranno e ben si adatteranno a vivere nel nuovo mondo. Ma Troll Bridge non è ambientato nella Terra di Mezzo e Prachett si distacca da Tolkien. Con l’umorismo tipico dei suoi romanzi ed un pizzico di malinconia, Pratchett descrive la fine degli Eroi in un mondo che di loro non ha più bisogno; ma è davvero così?
L’epilogo riprende il prologo in un cerchio che si chude: “…in quei tempi i saggi restavano davanti al fuoco a raccontarsi storie di eroi“. Ma quei tempi non sono passati. Pratchett ha lasciato orfano il suo Mondo Disco, ma questo rimarrà sempre vivo. Perché gli eroi non muoiono mai.

Michela Aloisi

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