Nell’ignoto spazio profondo
Essere in un posto dove lo spettatore comune non potrebbe mai essere, in questo caso nello spazio profondo, o meglio fino a quando il programma destinato ai civili non prenderà ufficialmente il via. Sino a quel momento dovremo accontentarci della storia e delle missioni spaziali compiute nei decenni o di quello che il piccolo e grande schermo ci hanno regalato sino ai giorni nostri con resoconti romanzati e non. Da parte sua, il cinema un contributo importante alla causa in tal senso lo ha dato, con una filmografia particolarmente vasta e variegata, nella quale è possibile trovare film che hanno scritto pagine importanti nella storia della Settima Arte. Di pietre miliari ce ne sono molte nel filone Sci-Fi e citarne qualcuna piuttosto che altre significherebbe fare un torto a quelle che lo avrebbero meritato. Di conseguenza, faremo a meno di sciorinare l’ennesima lista di titoli più o meno celebri per concentrarci su Space Explorers: New Down, prima parte di un dittico di documentari in VR presentata nella sezione “Ultra Reality” della 23esima edizione del Milano Film Festival.
Dopo avere indossato visore e cuffie dimenticherete presto ciò che avete potuto vedere sino ad oggi nel campo dell’audiovisivo, persino Gravity di Alfonso Cuarón, che se fruito nelle condizioni ottimali e in Dolby Atmos, si avvicina da un punto di vista esperienziale a quanto realizzato da Félix Lajeunesse e Paul Raphaël. Quella firmata dal duo canadese è un’esperienza immersiva e totalizzante in stereoscopia che consente allo spettatore di raggiungere nuove vette grazie alla potenza della realtà virtuale. Trattasi, a differenza del film del cineasta messicano, di un documentario di informazione e di esplorazione che regala una fruizione individuale indimenticabile e unica nel suo genere. Creato in collaborazione con la NASA, Space Explorers: New Down segue i loro astronauti mentre si preparano a lanciarsi nello spazio tra prove, simulazioni, addestramenti e missioni.
Nei venti minuti circa che vanno a comporre la timeline i fondatori del pluridecorato Félix & Paul Studios ci portano nel vero senso della parola nei luoghi dove i protagonisti conducono quotidianamente i rispettivi training. Al loro seguite e attraverso le testimonianze raccolte dalla macchina da presa la narrazione ci catapulta da una piscina a una distesa desertica, dall’abitacolo di un veicolo cingolato a quello di un aereo militare in volo, sino al galleggiamento gravitazionale nello spazio ad un passo da una stazione orbitante con vista sulla Terra. Il tutto vissuto in prima persona con un campo visivo a disposizione di 360° in ogni direzione possibile. Ciò determina un livello di coinvolgimento elevatissimo, persino claustrofobico, agorafobico o vertiginoso. Sensazioni che derivano dalla possibilità di posizionare l’essere umano, ossia lo spettatore, nel cuore dell’azione, consentendogli un’interazione emotiva, fisica e sensoriale con il mondo reale o fotorealistico nel quale viene immerso.
La sensazione di presenza – uno stato mentale che gli umani hanno vissuto nel “mondo reale” per anni – può ora essere sentito e vissuto attraverso un mezzo digitale, con Space Explorers: New Down che lascia il segno non tanto per quello che ascoltiamo, piuttosto per quello che ci viene data la possibilità di osservare da vicinissimo. Le musiche avvolgenti composte da Mathieu Lafontaine e la voce narrante di Brie Larson rendono il viaggio ancora più intenso.
Francesco Del Grosso