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Oro & piombo

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VOTO: 6

Uno Spaghetti Western realizzato con pochi mezzi e tanta passione

Una donna dal misterioso passato, Clare Peralta (Yassmin Pucci), arriva nel 1881 in Arizona. La frontiera del West è in pieno sviluppo e abbondano individui di ogni genere. Nelle tasche di Clare c’è un’ambitissima mappa, quella che dovrebbe condurla alla perduta Miniera dell’Olandese: è un luogo che promette sontuose riserve di oro, ma alla cui vana ricerca hanno sacrificato la vita innumerevoli uomini. Per riuscire nell’impresa, visto che il territorio in cui bisogna addentrarsi, oltre che ostile, è controllato dagli Apache, alla donna servono dei compagni d’avventura. Ad aiutarla ci sono quindi il vecchio Logan (Benedetto Lo Monaco), quasi un padre adottivo, e il criminale Chavez (Piero Olivieri), la cui affidabilità è discutibile, ma pare essere l’unico in grado di condurre il gruppo a destinazione. Strada facendo, in modo del tutto casuale, si uniscono a loro due spiantati, l’alcolizzato Pedro (Mauro De Vecchi) e il goffo Charlie (Tiziano Carnevale), quest’ultimo un eroe per caso che si rivelerà ben più utile del previsto. Messa insieme questa eterogenea spedizione, può cominciare il viaggio, irto di pericoli e di ostacoli, anche celati fra gli stessi avventurieri poco inclini a lavorare fra loro. Chavez, inoltre, intuisce che Clare non dice tutta la verità, né sui suoi reali scopi, né sulla sua persona. Lo scontro è servito, dunque, tra revolver cromati, sparatorie, corsa all’oro e brutti ceffi. A complicare le cose, l’enigmatica presenza di una sorta di pistolero solitario che dispensa giustizia: l’uomo senza nome.
Il regista Emiliano Ferrera è al timone di Oro & Piombo, un progetto indipendente portato avanti con tanto entusiasmo ed una tenacia incrollabile, grazie anche ad una troupe affiatata e convinta della bontà del proprio lavoro. E’ l’unico modo che, di questi tempi, permette di condurre a termine un’impresa cinematografica come questa, in un ambiente che non può e non vuole assumersi più rischi. Ovviamente, parlando di un western all’italiana, l’omaggio al genio di Sergio Leone è evidente (e dichiarato) a più riprese, tanto che lo stesso Ferrera si ritaglia un cameo che è un inchino a un’icona come Clint Eastwood. Scorrendo i titoli di coda, si nota l’impegno profuso da alcuni dei protagonisti non solo davanti la cinepresa, come per esempio quello di Tiziano Carnevale che si è occupato anche del coordinamento degli stuntmen e della cura delle scenografie. Non manca anche il supporto di un maestro d’armi blasonato come Ottaviano dell’Acqua.
Premiato come migliore opera prima al Terra di Siena International Film Festival e presentato a IndieCinema 2020, per Oro & Piombo si tratta quindi di un titolo interessante sotto molti aspetti, anche per via del suo taglio artigianale e della storia realizzativa che c’è dietro. Ovviamente, visto il budget ridottissimo e la mancanza di grandi sponsor, l’arte di arrangiarsi da qualche parte deve fare inevitabilmente qualche concessione. Mentre funzionano i costumi davvero ottimi di Rosanna Grassia, e l’altrettanto importante attenzione alle armi e agli equipaggiamenti usati, a tratti la fotografia, soprattutto negli interni, è probabilmente troppo vicina a quella televisiva. La stessa sceneggiatura deve fare i conti con una storia complessa, e richiede dei passaggi che chiaramente non è stato possibile girare (come un attacco degli indiani Apache). Dunque alcuni episodi ci vengono narrati a cose fatte dai protagonisti, oppure ci vengono fatti semplicemente intuire. Tutto questo, a tratti, genera una certa confusione sulle motivazioni o sul destino di qualche personaggio, oltre che sui suoi spostamenti. Azzeccatissima, invece, la colonna sonora dagli evidenti richiami alle musiche di Ennio Morricone, naturalmente ben rivisitate in chiave moderna. Insomma, un film fortemente voluto, basato sulla leggenda realmente esistente della “Lost Dutchman Mine” e che, nonostante i tanti, evidenti limiti di mezzi, dimostra come nel nostro paese ci sia ancora voglia di fare un cinema diverso, lontano dall’appiattimento culturale degli ultimi anni.

Massimo Brigandì

Il film è disponibile per la visione sulla piattaforma IndieCinema

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