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Lego Batman – Il film

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VOTO: 7

L’importanza di una famiglia speciale

Al netto di qualsiasi giudizio etico sull’operazione di merchandising volta a riportare in auge uno storico prodotto per l’infanzia, c’è da ammettere che le menti dietro all’operazione sanno esattamente come muoversi. Dopo il piacevolissimo The Lego Movie, che già comprendeva molti dei personaggi presenti in questo secondo capitolo, stavolta è il turno del popolarissimo supereroe targato DC Comics di nome Batman, a prendersi l’onore del proscenio. Evidentemente non da solo.
Ad un intelligente destrutturazione/rielaborazione del personaggio principale, ovviamente compiuta ad uso e consumo di un pubblico infantile, in Lego Batman – Il film fa da contraltare anche una certa profondità di messaggio, tutta incentrata sul senso di solidarietà e la visione di un bene comune in tempi nei quali tali concetti rischiano di essere visti come un’utopia più o meno obsoleta. Lego Batman risponde dunque all’iconografia canonica del protagonista, inizialmente rappresentato al pari di una figura ombrosa e solitaria sia pur inserito in una cornice morbidamente ironica adatta all’infanzia. La sensazione di essere stati catapultati in una sorta di luna-park meramente sensoriale dura lo spazio di un’introduzione mirata a descrivere il Caos che regna a Gotham City. Il regista Chris McKay – in sostituzione dei più collaudati, nel genere d’animazione, Phil Lord e Chris Miller, coautori del primo capitolo; nel nome di un rinnovamento/smontaggio tipico dei mattoncini in plastica non a scapito della qualità – in compagnia di un’agguerrita squadra di sceneggiatori si sbizzarrisce nel tipico citazionismo con cuore e anima, “saccheggiando” a piene mani nell’immaginario cinematografico live creato da cineasti del calibro di Tim Burton e Christopher Nolan. Attraverso un apparato tecnico teso a riprodurre, oltre alle peculiarità d’immagine del gioco sponsorizzatore nonché all’inevitabile utilizzo della computer graphic, un’animazione old style di tipo quasi dadaista, ecco che Lego Batman finisce con l’esaltare, consapevolmente, la capacità del Bene di fare fronte comune per combattere un Male – ovviamente capeggiato dall’ineffabile Joker – che non è un’entità a sé stante, bensì qualcosa di endemico, quasi una propaggine della parte positiva della quale non è possibile fare a meno. Il tutto inserito in un’atmosfera certamente allegra e superficiale ma non priva, come si può notare, di un qualche importante spunto di riflessione pedagogico. Ragion per cui Lego Batman – Il film, nei limiti di un’opera riservata ad target dalla duplice precisione (infanzia e gioco), chiama implicitamente gli adulti al dovere genitoriale di intavolare un discorso di spessore con i propri figli, visto che non tutta l’ora e tre quarti di durata del film può essere ricondotta alla definizione di banale intrattenimento.
Così, mentre il cinefilo più o meno adulto potrà gustarsi autentiche chicche quali le origini del rapporto affettuosamente edipico che lega Batman e Robin oppure il sottofinale capace di rivoltare nel sorriso il crepuscolare, malinconico termine della trilogia nolaniana, Lego Batman riesce a far proprio, in senso lato, il modus operandi tipico del musical ottimista vecchio stampo: tutti insieme, eroi positivi e negativi a salvare la città, tenendo ben presente che solo in questo modo si potrà compiere l’impresa di salvare un mondo di dimensioni assai maggiori, cioè quello presente nella vita di tutti i giorni non appena si esce da una sala cinematografica. Al giorno d’oggi minacciato da molti più pericoli di quanto si voglia vedere. Perciò olio di gomito e sviluppo di addominali – coloro che vedranno il film capiranno – ad unire adulti e piccini: unica via per evitare un disastro solo in apparenza lontano. Come troppi ci vogliono far credere.

Daniele De Angelis

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