Il corto di Cristo. Amen!
E il terzo giorno resuscitò. Non è stato forse Cristo, a ben vedere, il primo zombi accertato della Storia (o per alcuni, tra cui il sottoscritto, del Mito)? Del resto già nel resoconto della sua crocefissione i dettagli pulp non mancano certo, se ne era accorto a suo tempo pure il cattolicissimo Mel Gibson…
Ad essersi spinto decisamente oltre è David Padilla, cineasta cresciuto tra Francia e Italia, il cui cortometraggio simpaticamente blasfemo non poteva certo lasciare indifferenti in Romagna, dove persino in cucina godono di grande prestigio gli “strozzapreti”. E così il suo sfrontato, irresistibile Cults (Cultes, 2023) ha ricevuto, al termine del Ravenna Nightmare 2023, il Premio del Pubblico per il Miglior Cortometraggio.
La sorniona poetica di Cults si fonda del resto, sin dal titolo, sull’ironico accostamento tra culto religioso e film di culto. Una delle primissime sequenze, ben giocata anche a livello atmosferico (col topos del “film maledetto” alla Cigarette Burns di John Carpenter in agguato), ci mostra infatti un sacerdote severo (ma volendo anche cinefilo) intento a proiettare per i giovanissimi allievi di una scuola cattolica il classico film religioso. Si dovrà però allontanare nel corso della proiezione. Dal cinema che ha fornito la bobina è giunta una telefonata urgentissima, con la quale si vorrebbe mettere in guardia il prete dal mandare avanti la proiezione, poiché pare che per errore la bobina contenga anche alcune scene “non consone” per quel tipo di pubblico. Ironia della sorte, proprio mentre l’uomo è al telefono cominciano le scene incriminate, quelle che sono state montate per sbaglio. Pure qui c’è da segnalare un’ottima scelta registica: noi non vediamo ciò che viene proiettato sullo schermo, ma osserviamo lo sguardo turbato e in certi casi persino terrorizzato dei ragazzi, mentre il fuori campo fa irruzione nell’inquadratura attraverso il sonoro del film. Udite, udite, ciò che i ragazzi stanno guardando è addirittura il trailer cinematografico di un cult assoluto, La notte dei morti viventi!
Il prete non farà in tempo a stoppare la proiezione, prima che gli sguardi più sensibili ne siano rimasti in qualche modo colpiti. Si annunciano così sonni per niente tranquilli in collegio. Quello che abbiamo già individuato come il ragazzo protagonista, ad ogni modo il più suggestionabile della classe, ne farà le spese in dormitorio quella stessa notte. Suo infatti è l’incubo nel corso del quale il pubblico può godersi l’apparizione di un personaggio a dir poco memorabile: Gesù zombi!
E la scena in cui l’inchiodato si stacca dalla croce non per divorare il ragazzino, come a un certo punto si potrebbe supporre, ma per renderlo partecipe di una sanguinolenta Eucaristia (ebbene sì, in quello che abbiamo ribattezzato “il corto di Cristo”, c’è spazio anche per “il corpo di Cristo”), neanche a dirlo è già… “cult”.
Irriverente, malizioso, per niente intimorito all’idea di schiaffeggiare il dogmatismo di Santa Romana Chiesa, David Padilla ha reso al contempo Cults fiera dichiarazione d’amore per il cinema di genere. Doppia soddisfazione, quindi, da parte nostra, nel vederlo premiato a Ravenna con l’Anello d’Argento per il miglior corto.
Stefano Coccia