Quell’indimenticabile caschetto
Una china disegna pochi, semplici tratti su di un foglio. Ben presto ne vengono fuori le sembianze di Valentina, iconica eroina dei fumetti creata dal maestro Guido Crepax. Sul come questo singolare personaggio sia nato e sul perché abbia avuto un così forte impatto culturale si concentra l’interessante documentario Cercando Valentina – Il mondo di Guido Crepax, per la regia di Giancarlo Soldi, il quale, avvalendosi di vari livelli narrativi, ha saputo tracciare un più che esaustivo ritratto della bella eroina e del suo creatore.
La data di nascita di Valentina è ufficialmente indicata come il 25 dicembre 1942, stessa data di nascita della moglie di Crepax, di cui ricorda anche molto l’aspetto. Allo stesso modo, il suo indirizzo di residenza è via De Amicis 45, a Milano. Lo stesso indirizzo in cui la famiglia di Crepax abitava. In poche parole, nell’attingere a piene mani da tutti i cambiamenti in atto in tutto il mondo durante gli anni Sessanta e Settanta e dal grande fermento culturale dell’epoca, il celebre disegnatore ha dato vita quasi a un suo alter ego, ispirandosi, come ben si può notare, anche all’iconica Louise Brooks.
Ma, di fatto, cosa ha rappresentato (e continua a rappresentare) Valentina? Ella, in poche parole, non è altro che il simbolo dell’emancipazione femminile, per una serie di storie a fumetti dalla forte impronta noir che la vedono nei panni di una giovane donna lavoratrice, appassionata lettrice, la quale non ha paura di dar voce anche alla propria sensualità. E al fine di far comprendere e analizzare al meglio questo importante fenomeno, Giancarlo Soldi ha optato per due distinti livelli narrativi che, appena prima dei titoli di coda, finiscono per sfiorarsi a vicenda. Per quanto riguarda il primo e più classico livello, vediamo una serie di interviste e filmati di repertorio, in cui amici, famigliari, ma anche colleghi, scrittori e sociologi stanno a indagare sul mondo di Guido Crepax e sull’affascinante personaggio di Valentina. Nel secondo livello, invece, vediamo il personaggio di Philip Rembrandt – con il quale Valentina ha una relazione – prendere vita e cercare la sua amata per tutta la città di Milano, nei luoghi frequentati in passato dalla stessa.
E forse è proprio questa seconda parte – montata in modo alternato con le interviste e i filmati di repertorio – a rappresentare l’anello più debole dell’intero documentario. Il curatissimo bianco e nero, all’interno del quale spicca il rosso della sciarpa di Rembrandt, risulta, insieme all’intera messa in scena, alquanto posticcio, eccessivamente forzato. Stesso discorso vale per i dialoghi e i monologhi pronunciati dallo stesso Rembrandt, i quali ci risultano spesso banali, prevedibili e privi di mordente.
Ma questo, fortunatamente, riguarda soltanto una minima parte di Cercando Valentina – Il mondo di Guido Crepax. Per quanto riguarda il resto della visione, lo spettatore è completamente assorto e rapito dai racconti e dalle testimonianze di chi ha avuto modo di vivere la creazione di Valentina in prima persona e, non per ultima, da Valentina stessa e dal fascino che ancora oggi è in grado di esercitare su lettori di tutte le età. E, allo stesso modo, l’intero documentario risulta complessivamente come un prodotto pulito, ben realizzato e decisamente accattivante. Una vera e propria chicca all’interno del panorama cinematografico nostrano.
Marina Pavido
Ho visto ieri sera il film di Soldi “Cercando Valentina “ . Bello. Mi sono lasciato trascinare dal flusso di immagini e di parole. Mi sono perso e ritrovato. Uno dei grandi meriti del film è il racconto di come erano variegati ed effervescenti quegli anni e che Crepax
come una spugna ha introiettato e raccontato , anticipandolo, quello che sarebbe successo Finalmente ho capito la grandezza di Crepax e non credo di essere stato il solo. Bello proprio bello.