Once Upon a Time in Molise
“Tutta la vita del contadino è legata alle manifestazioni misteriose degli elementi e ai suoi simboli. Madonne, santi, folletti, demoni, anime vaganti, apparizioni, possessi, abitano il suo piccolo orizzonte.
L’elemento divino è una mediazione tra la sua coscienza e il mistero della vita terrestre. La sua religione, tratta dai rapporti con la terra, è inevitabilmente pagana. Gli eventi della vita quotidiana si svolgono, omericamente, con l’intervento perenne delle forze celesti. Se non piove, tridui e processioni per far piovere. Se diluvia, richiesta perentoria al santo di far cessare la pioggia.”
Francesco Jovine
La forza degli elementi naturali. L’azione dell’uomo sulla terra. Lavoratori stranieri di ieri e di oggi. Antichi retaggi italici come il cosiddetto Ver Sacrum, rievocati dalla penna sinuosa e ardente dello scrittore molisano Francesco Jovine (1902-1950): del resto sono i suoi scritti artistici e letterari, attraverso la voce suadente di Neri Marcorè, a farci da guida in una riscoperta per immagini del meridione italiano che aleggia tra semplicità e riferimenti colti, tra storie neanche troppo lontane di emigrazione e nuovi arrivi, tra poesia e concretezza, tra spiritualità e materia.
Davvero affascinante, da un punto di vista sia figurativo che antropologico, questo C’era una volta la terra: documentario firmato a quattro mani da Roberto Mariotti e Ilaria Jovine, che di quella appassionatissima figura è tra l’altro nipote. Sebbene per questioni anagrafiche non abbia mai potuto incontrare lo zio in vita. Ma di quel lascito culturale e anche personale, recuperato sfogliando un ideale album di famiglia, ha voluto fare testimonianza creando un viaggio tra passato e presente che appare quasi ieratico, generando emozioni in un pubblico desideroso di lasciarsi cullare da immagini sospese nel tempo.
Il film, da noi scoperto grazie a una proiezione di qualche mese fa, programmata al MAXXI ed introdotta in quella occasione da Mario Sesti, è stata riproposto la sera del 26 novembre presso l’Apollo 11, alla presenza degli autori e di Federico Pommier, direttore del Molisecinema Film Festival. Già, il Molise. Proprio quella regione della cui esistenza gli utenti dei social sono soliti prendersi gioco si rivela, in questo lavoro, terra ricca di calore umano e di storie, da conoscere peregrinando col cuore aperto nei suoi talora aspri scenari agresti.
A farci da guida è come si accennava in precedenza la voce fuori campo di Neri Marcorè, che sui titoli di coda ci regalerà anche un burlesco motivetto intitolato “La caccia al cinese” ed ispirato sempre agli articoli di Francesco Jovine, intrisi qui di lirismo contadino come anche di penetranti indagini sociali. Una sfiziosa selezione di brani, presi dall’ampia produzione dell’arguto saggista, fa quindi da contrappunto a un rapsodico intreccio di realtà contemporanea e antichi legami col territorio. Sullo schermo compaiono scene che hanno per protagonisti, oltre al ricordo dell’intellettuale che abbiamo menzionato più volte, un giovane agricoltore, un professore di geografia attento ai rischi geologici, piccole mandrie di animali, un paio di giovani immigrati indiani più altri ragazzi afghani residenti nel locale centro di prima accoglienza. Tutto ciò rende C’era una volta la terra elegia dal sapore antico, tale però da rapportarsi al presente cogliendone impressionisticamente e con assoluta leggerezza gli spunti più veritieri.
Stefano Coccia