Di guerra in guerra, la storia di Anna
Una delle scoperte della 3a edizione di Indiecinema Film Festival (dove la giuria ufficiale gli ha tributato anche una lusinghiera Menzione Speciale) è il documentario del fotografo e regista Luigi Toscano, Black Sugar Red Blood: un racconto on the road dove passato e presente si intrecciano in una storia incredibile di guerra e sopravvivenza.
Anna Strishkowa ha 81 anni; di famiglia ebrea, è stata deportata ad Auschwitz da bambina con la famiglia, da cui è stata subito separata. Dopo la liberazione, è stata adottata da una famiglia ucraina e portata a Kiev, dove tuttora vive. Del giorno della liberazione, ricorda il black sugar, lo zucchero nero, ricevuto in dono da un soldato: nero perché conservato insieme al tabacco, del cui gusto amaro era impregnato. Da allora, per Anna, lo zucchero è quello, nero, amaro che si stempera in dolce; amaro come la sua prigionia, dolce come la sua liberazione. Della sua famiglia antica, non ricorda molto Anna, né è stata capace, nel tempo, di ritrovarne traccia; l’autore del documentario, Toscano, ha deciso così di mettersi sulle tracce del suo passato, per scoprire chi fosse prima che l’orrore del campo di concentramento le togliesse tutto.
La ricerca parte dalla traccia più evidente: il tatuaggio del campo, che la famiglia adottiva aveva tentato di cancellare, insieme ai ricordi bui. Ma sembra un vicolo cieco: il numero non corrisponde a una possibile identità per Anna, i cui ricordi sono ormai così vaghi da non aver certezza neppure del proprio nome. In più, un ostacolo imprevisto complica la ricerca: lo scoppio della guerra in Ucraina, che rende difficile spostamenti e comunicazioni. Ma la tenacia di Toscano supererà tutti gli ostacoli, ridando ad Anna il suo passato e finanche una seconda famiglia.
Dagli orrori della seconda guerra mondiale a quelli della guerra con la Russia, Anna mantiene intatto il sorriso pacato di chi ha visto tanto, troppo; il suo rifiuto di lasciare Kiev sotto attacco è il rifiuto di perdere di nuovo la sua casa ed il suo secondo passato, senza smetter, al contempo, di cercare di ritrovare tracce del primo. Luigi Toscano, fotografo e regista italotedesco, non si arrende alle restrizioni della guerra e continua la sua ricerca, da Auschwitz a Gerusalemme, da Kiev ad altre località in Polonia, Ucraina, Germania. Un viaggio in motocicletta che rimanda alla leggendaria U.S. Route 66, On the Road come Kerouac, Toscano riuscirà a trovare, tramite la scoperta di un numero errato sul tatuaggio del campo, il passato di Anna, permettendo una incredibile riunione familiare online.
Una storia che ha dell’incredibile, come spesso accade, con la realtà che supera la fantasia; immagini di un passato scolpite nella memoria, orrori che restano impressi nel corpo e nella mente, il viaggio di Toscano è costellato di fotografie, una sorta di fermi immagine di rara bellezza che restano incisi negli occhi di chi guarda. Il racconto fluisce come una detection crime, coinvolgendo lo spettatore in questa ricerca apparentemente impossibile, fino ad arrivare al bandolo della matassa; perché nulla è impossibile se lo si vuole davvero, e ritrovare la verità su chi sia Anna è tanto importante per il regista quanto lo diventa per chi segue la sua investigazione che sembra quasi senza speranza. E l’impossible diventa “I’m possible”.
Michela Aloisi