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Amistà

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VOTO: 7,5

La semplicità non ha bisogno di parole ma di musica

Un cortometraggio raffinato nella sua semplicità, quello di Donato Leoni; Amistà racconta una storia di profonda amicizia tra un ragazzo ed una ragazza attraverso le espressioni, i gesti, la quotidianità, senza far dir loro nemmeno una parola: a parlare per Paul e Beckie è la musica, con il suo ritmo ed i suoi testi che prendono vita sullo schermo nelle azioni dei protagonisti.

Notevole la scelta musicale, soprattutto da parte di un giovane come Leoni: lungi da quelli che sembrano essere gli ‘idoli’ di oggi, la colonna sonora scientemente vintage di Amistà riporta lo spettatore agli anni Sessanta e Settanta, da Simon & Garfunkel ai Beatles, dai Procul Harum ai Beach Boys, dai Moody Blues a Bob Dylan. E mentre la musica riempie lo schermo, i testi delle canzoni scelte da Leoni dividono la storia in piccoli capitoli di vita comune: da una frase scritta nero su bianco – tratta appunto dal testo della canzone – parte la musica ed il frammento di racconto, dai messaggi scambiati al telefono alla gita su una vecchia auto, dai giochi d’acqua in giardino alle piccole discussioni, scene di vita comune che rivelano un rapporto di profonda amicizia che neppure l’amore per un altro può scalfire.

Un messaggio che sembra in controtendenza con l’idea comune dell’impossibilità di una amicizia sincera tra uomo e donna, ma al tempo stesso attuale, puro e reale: Leoni dipinge su schermo la sua esperienza, quella di un ragazzo che sa distinguere, accettare e vivere i propri sentimenti, capace di avere amicizie dell’altro sesso disinteressate e senza sottintesi. E l’amicizia tra Paul e Beckie è fatta di sintonia, gioco, allegria, comprensione reciproca; durante il viaggio che il regista ed attore protagonista compie – in entrambe le vesti – nei quindici minuti di Amistà, appare lampante il profondo affetto tra i due, che condividono l’amore per gli anni Settanta e l’era degli hippy, evidente anche dalla scelta degli abiti di scena, un affetto che null’altro è – in fondo – se non una diversa forma d’amore, scevra da coinvolgimenti propriamente sentimentali e sessuali.

Amistà è un cortometraggio girato a zero budget in ventiquattr’ore, ma l’idea e la preparazione di Leoni hanno richiesto una gestazione più lunga ed accurata: la freschezza dell’opera è ben bilanciata da una studiata cura dello stile e dei particolari, dagli abiti all’auto, dal camino alla semplicità della cucina. Eleganza e raffinatezza da un lato, naturalezza e spontaneità dall’altro: un equilibrio tanto più apprezzato in quanto non facile da raggiungere, che rende Amistà una piccola luce nel buio della retorica e dell’anedonia imperanti in molti prodotti cinematografici attuali.

Michela Aloisi

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