Da soli per Roma
Non è facile diventare adulti. Ognuno di noi, di fatto, ne è o ne è stato a suo modo spaventato. Eppure, a volte, capita che la vita riesca a metterci davanti a determinate situazioni che ci costringono a diventare adulti di punto in bianco. E la tal cosa, di quando in quando, può essere, paradossalmente, anche assai piacevole. Questo, ad esempio, è quanto è accaduto al giovane Filippo (un lanciatissimo Ludovico Tersigni), il quale, al termine di una giornata non facile, si trova a vivere una situazione del tutto imprevista e a dir poco surreale.
Filippo, dunque, è il protagonista del cortometraggio Aggrappati a me, realizzato nel 2018 da Luca Arcidiacono e presentato all’interno della selezione dell’IndieCinema Film Festival, quest’anno alla sua prima edizione sulla sua dedicata piattaforma online.
Tornando al nostro giovane protagonista, dunque, il ragazzo, durante un viaggio sull’autobus diretto alla volta di casa sua, viene avvicinato da una simpatica bambina, Alice, affetta dalla Sindrome di Down (una tenera e talentuosa Miriam Fauci, qui per la prima volta sullo schermo), la quale gli chiede di essere riaccompagnata a casa, in quanto ha perso di vista la sua mamma. Al via, dunque, una serie di bizzarre richieste e avventure, in seguito alle quali Filippo stesso imparerà molto della vita. E, ovviamente, anche di sé stesso.
Alice è solo una bambina, eppure ha tanto e tanto da insegnare. Filippo, dal canto suo, è già in età adulta, ma assumersi le dovute responsabilità lo terrorizza alquanto. Due persone praticamente agli antipodi, dunque, per due personalità che – trovandosi entrambe in una situazione di disagio, Filippo spaventato dai prossimi cambiamenti nella sua vita, Alice spaesata per aver perso di vista sua mamma – riescono a trovare progressivamente numerosi punti di incontro, per un legame che si fa via via più intimo, via via più speciale, nonostante i gli attriti iniziali.
Ed è proprio il momento in cui i due protagonisti condividono una porzione di quotidianità il vero punto di forza del presente Aggrappati a me. Una Roma verde, insolitamente tranquilla, deserta – ma sveglia abbastanza da fare da testimone silente a questo prezioso incontro – e il suggestivo quartiere di Garbatella vengono qui trattati alla stregua di veri e propri personaggi. Ed è proprio questa (quasi) totale assenza di esseri umani – unitamente a un commento musicale lieve e spensierato – a conferire al tutto un gradito tocco surreale, quasi come se noi stessi ci trovassimo in un film di Elia Suleiman. Un tocco mai eccessivo o eccessivamente artefatto, che, a tratti, sembra assumere connotazioni tipicamente oniriche e che, addirittura, potrebbe far sì che l’intera vicenda possa essere interpretata come un sogno del protagonista stesso. Al pubblico, però, la facoltà di trarre le proprie conclusioni.
Marina Pavido