Home AltroCinema Cortometraggi e video Tweet-Tweet

Tweet-Tweet

244
0
VOTO: 8.5

Come un’equilibrista

Qualcuno un giorno disse che vivere è come stare in equilibrio precario su una corda che può finire o spezzarsi da un momento all’altro. Camminarci sopra non è semplice e lungo il tragitto possono esserci imprevisti o ostacoli. Dietro queste parole pronunciate dal saggio di turno c’è una grande verità, nascosta tra le righe di una metafora sin troppo cristallina. Ed è da queste parole che Zhanna Bekmambetova sembra avere attinto a piene mani per portare sullo schermo il suo bellissimo Tweet-Tweet, tra le opere più emozionanti tra quelle presentate nel concorso della 16esima edizione di Imaginaria.
Transitato di recente anche al Giffoni Film Festival 2018 (sezione “Generator +18”), il corto scritto e diretto dalla cineasta uzbeka di formazione moscovita ci catapulta senza se e senza ma al seguito di una bambina di nome Luba e del suo temerario amico passero. Giocando con lui la giovane protagonista dimentica persino di essere su una corda tesa appesa nel nulla, senza un capo ne una coda alle due estremità. Davanti a noi si materializza il ciclo della vita, quella di una bambina destinata a crescere e a diventare donna, moglie e madre a sua volta, a invecchiare e ovviamente a morire. E Tweet-Tweet diventa così un romanzo di formazione a tutti gli effetti, laddove i capitoli non sono altro che le stagioni e gli anni che inesorabili trascorrono nell’esistenza di Lube. Al suo fianco un uccellino che come un angelo custode accompagnerà la protagonista lungo un cammino, a volte scorrevole e dolce, altre difficile e amaro.
La Bekmambetova più che una storia racconta un percorso universale che punta tutte le carte a disposizione sulla catarsi dello spettatore di turno e sull’arcobaleno di emozioni che è in grado di far scaturire nel fruitore. Quest’ultimo ne sarà travolto e avvolto, con momenti di autentico lirismo che fortunatamente sfuggono alla mielosa melassa sentimentale a buon mercato di stampo disneyana. Visivamente il riferimento è senza ombra di dubbio alle meraviglie made in Pixar, con disegni bi e tridimensionali di grande impatto che non scimiottano però la matrice di riferimento, riuscendo al contrario a tenergli testa senza mai sfigurare.

Francesco Del Grosso

Articolo precedenteLa casa lobo
Articolo successivoImaginaria 2018: diario di bordo #5

Lascia un commento

Please enter your comment!
Please enter your name here

2 + 17 =