Edipo rivisitato in un visionario scenario polacco
Un bambino abbandonato nel bosco ai margini di una città degradata; una donna che vi fa il suo ritorno anni dopo. Parte da qui la rilettura del mito di Edipo da parte della regista polacca Justyna Luczaj Salej nel suo The Horse Tail, lungometraggio in concorso alla XXII edizione del Ravenna Nightmare Film Fest.
Un film inquietante e straniante, dove la miseria umana assurge al ruolo di protagonista in un dramma psicologico e psichedelico, mentre una lunga coda di cavallo viaggia lungo il fiume, presagio di sventura imminente.
Il giovane emarginato Maj, alla ricerca costante dell’affetto mai ricevuto dalla propria madre, vive con Hans, unico a dimostrargli l’amore cui anela; nel suo girovagare con il cane nel bosco, vede la moglie di uno dei poliziotti locali vagare nuda tra le fronde. Accusato di averle usato violenza, viene preso di mira dal marito, mentre stringe una strana – e straniante – amicizia con la piccola figlia della coppia. Nel frattempo, torna in città, dopo esserne fuggita via anni prima, la prostituta Diana, la madre perduta di Maj. Attorno a lei si impernia il mistero su chi sia il padre del bambino abbandonato circa vent’anni prima, mentre lei stessa non ne conosce il destino; tra madre e figlio, Diana e Maj, si instaura quindi un perverso rapporto edipico: ignari entrambi del reciproco legame, consumano un atto sessuale odioso e violento, mentre il racconto precipita verso un finale doloroso per tutti.
The Horse Tail ha guadagnato la Menzione Speciale della critica con questa motivazione (espressa da Giona Nazzaro, Direttore Artistico del Locarno Film Festival): “Un’opera anticonvenzionale e visionaria che osa rimettere all’ordine del giorno i caposaldi del surrealismo polacco cinematografico iniettando in esso momenti altamente disturbanti. Dunque, un’opera contemporanea e necessaria”. Personalmente non abbiamo percepito la necessarietà del film in oggetto; tuttavia The Horse Tail, nella sua visionaria narrazione moderna del classico mito di Edipo, mette in gioco un interessante approccio visivo, tra cui ci par imprescindibile menzionare gli inserti video psichedelici della protagonista giovane, girati da una amica della regista più di venti anni fa e riproposti ad hoc nei flashback di Diana.
Michela Aloisi
