La casa delle anime pure
“Era una notte buia e tempestosa”. Potrebbe riassumersi così l’incipit di Dolls (1987), perfetto omologo del più tradizionale “c’era una volta”. Già, poiché se di fiaba si tratta, nel film di Stuart Gordon tale definizione vira decisamente al nero, con momenti addirittura orrorifici. Sia lode dunque alla collana Pulp Video della CG Entertainment per il recupero in home video – arricchito dal commento audio del regista Stuart Gordon, solo in inglese – di tale, siffatto, gioiellino del cinema genere. Un’opera che molti definirebbero di serie B per esigenza di catalogazione ma che, soprattutto rivedendola – e rileggendola – a distanza di trent’anni dalla sua realizzazione, riesce a dare molti punti di distacco a diversi blockbuster pretenziosi.
Era, del resto, un’altra epoca. Charles Band e la sua Empire Pictures producevano a getto continuo, anche con il contributo di capitali e maestranze italiane, titoli talvolta al di là del bene e del male (ovviamente non stiamo parlando di Dolls) e tuttavia sempre provvisti di quella fantasia pionieristica in grado di affascinare gli appassionati del genere. Oggi il parallelo più immediato potrebbe ricadere su Jason Blum e la sua Blumhouse, destinata però ad essere sconfitta, in un ipotetico confronto “pugilistico”, per ko alla prima ripresa. Lì sussistevano passione e libertà creativa; qui solamente, nella maggior parte dei casi, ricerca di profitto attraverso l’investimento ridotto. Così sia: sappiamo tutti quanto siano irreplicabili, su molteplici livelli, gli anni ottanta dal punto di vista cinematografico. Peraltro al pedigree di Dolls vanno aggiunti i nomi di Stuart Gordon e Brian Yuzna, questi ultimi ricordati con affetto e ammirazione, pur essendo tuttora in vita ma in periodo di scarsa attività artistica dovuto all’avanzare dell’età, per alcuni titoli entrati di diritto nella Storia del Cinema “da spavento”. I quintessenziali Re-Animator (1985) e Society (1989), solo per citare un paio di opere dirette dai due cineasti, con il secondo spesso impegnato a curare le produzioni del primo. E la regia di Stuart Gordon garantisce a Dolls momenti di cinema davvero notevoli, soprattutto nei frangenti in cui le bambole interagiscono con attrici ed attori del cast. Per il resto, a partire dagli elementi basici del plot, Dolls si affida agli archetipi fiabeschi per eccellenza. Della notte da tregenda abbiamo già scritto, resta da segnalare la misteriosa magione che si insinua, isolata, nei boschi d’Albione, dove l’auto della famiglia composta da papà David (a dir poco inadeguato al ruolo genitoriale), la matrigna di nome e di fatto Rosemary e la piccola Judy dall’immaginazione prorompente, resta in panne proprio nelle vicinanze della grande casa vittoriana. Di proprietà, manco a dirlo, di una coppia di, tanto bonari quanto sinistri, anziani fabbricanti di giocattoli. E sarà una lunga notte, con altri ospiti a giocare un ruolo determinante nell’evolversi della vicenda.
Dolls, pur citando apertamente le atmosfere sinistre, con qualche differenza determinante a livello narrativo, del magnifico La bambola del Diavolo (1936) di Tod Browning, risulta seminale in quanto precursore del composito universo dadaista poi splendidamente sviluppato in altri termini dai Toy Story targati Pixar, nonché precedendo di poco, cronologicamente, l’avvento del celeberrimo bambolotto Chucky de La bambola assassina (1988) di Tom Holland, finendo con il brillare di luce propria. Come ogni favola che si rispetti riesce a travalicare l’apparenza per assumere significati reconditi, nel quale solo la preservazione di uno sguardo di purezza infantile può significare la salvezza. Perché le bambole, simbolo di ludicità primaria al pari di nessun altro artifizio deputato al gioco, uccidono e “bambolizzano” (vedere per credere, grazie ad ottimi effetti speciali di tipo artigianale, per l’epoca) solamente coloro il cui animo si è, inesorabilmente, inaridito. Una morale di cristallina lettura perfettamente in tema con un film da acquisto sicuro per abbandonarsi, nell’intimità domestica, a vecchie, care, dolcissime paure di una volta.
Daniele De Angelis
Dolls
Regia: Stuart Gordon USA, Italia 1987 Durata: 77′
Cast: Ian Patrick Williams, Carrie Lorraine, Guy Rolfe
Lingue: Italiano 2.0, Inglese 2.0 Sottotitoli: Italiano
Formato: 1080p 1.78:1
Extra: Galleria fotografica, commento audio di Stuart Gordon (senza sottotitoli)
Distribuzione: Pulp Video per CG Entertainment