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Creatura

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VOTO: 7,5

A passo di danza, la genesi di un festival

Noi di CineClandestino abbiamo scoperto l’HIP-HOP CINEFEST un anno fa. Ne siamo stati felici. E siamo pertanto entusiasti all’idea di risalire ora a bordo di questa kermesse cinematografica così colorata, giovane, vivace, ricca di suoni e di suggestioni visive provenienti da tutto il mondo.
L’edizione 2023 di HIP-HOP CINEFEST ha avuto già inizio giorni fa nella sua versione in streaming, dislocata sulla piattaforma Filmocracy. Ma nel weekend 13-14 maggio sarà nuovamente possibile assistere presso il Nuovo Cinema Aquila alle proiezioni sul grande schermo, momento comunque fondante di un festival sia per il rapporto più viscerale con la visione dei film, da parte del pubblico, sia per la possibilità di arricchire tale esperienza attraverso i diversi panels, party con musica, incontri con gli autori e infine naturalmente la premiazione, prevista domenica sera.

Le opere sono divise per categorie e al Nuovo Cinema Aquila saranno presentate nel corso del fine settimana in quattro slot differenti, corrispondenti ad altrettante fasce orarie. Per “ingolosirvi” ulteriormente, avendone già visionate alcune online grazie alla piattaforma, ve ne segnaliamo una che verrà riproposta sul grande schermo sabato 13, cioè oggi, all’interno della fascia pomeridiana programmata dalle 17 in poi: Creatura di Ford Mckeown Larose e Phethsari Pathammavong (che ne ha curato la strepitosa fotografia).
Di produzione canadese e comprensibilmente inserito nella sezione Experimental, questo corto di circa 15 minuti datato 2022 ben si presta a condensare la “genesi” stessa dei primi appuntamenti, in chiave “live”, con il festival: trattasi infatti di un esteso videoclip il cui tema sembrerebbe essere proprio la genesi, l’epifania di alcune figure in una sorta di universo decontestualizzato, laddove la vita si rivela a passo di danza, in una cornice che (anche attraverso l’elegante montaggio delle diverse sequenze) enfatizza i contrasti tra il bianco e nero, tra la luce e l’oscurità.
Non a caso in alcune scene, particolarmente affascinanti, la coreografia permette a ciascun performer di farsi strada nel buio che li circonda tutti, grazie al fascio di luce emesso da piccole torce. Tutto ciò mentre una musica ritmata, possente, genera quel mood ieratico che accompagna le movenze sinuose, quasi ipnotiche, di interpreti estremamente a loro agio nella così stilizzata, evocativa esibizione di teatro-danza.

Stefano Coccia

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