Troppa televisione fa male
Questa XXIII edizione del Ravenna Nightmare Film Fest ha messo in evidenza, per quanto concerne il Concorso Europeo Cortometraggi, la notevole qualità dei lavori di animazione. Difatti tra le opere più sorprendenti possiamo senz’altro annoverare Fačuk della giovane croata Maida Srabović, Poor Marciano dello spagnolo Alex Rey e Quai Sisovath dei francesi Stéphanie Lansaque and François Leroy. Particolarmente apprezzata dalla redazione di CineClandestino è stata, in ogni caso, la decisione della giuria del Premio Méliès d’Argent composta da Gianmarco Pezzoli, Luca Balduzzi e Gerardo Lamattina di assegnare una Menzione Speciale a TV or The Disturbance on Forest Hill Road dello svizzero Frederic Siegel, con la seguente motivazione, “per aver saputo coniugare l’animazione con un argomento di stretta attualità come la sovraesposizione alle tecnologie (vecchie e nuove), attraverso uno stile molto peculiare e moderno”.
Ecco, forte anche di quel tratto piuttosto personale a livello grafico, l’autore ha inoltre il merito – almeno secondo noi – di aver declinato in modo non scontato una tematica simile, ancorandola non ai “nuovi media”, ai telefoni cellulari o alle televisioni a schermo piatto ma al buon vecchio tubo catodico della tv analogica, come a rendere più stratificate a livello temporale quelle forme di condizionamento psichico che il mezzo non solo da oggi si tira dietro. In TV or The Disturbance on Forest Hill Road accade perciò che l’eccessiva permanenza di fronte allo schermo di Diego, un bambino di sei anni, inneschi sia da lui che dai vicini di casa un surreale, perverso cortocircuito tra immaginazione e realtà, in base al quale i sogni e – soprattutto – gli incubi dei più disparati programmi televisivi si concretizzano di fronte allo sguardo esterrefatto dei telespettatori. Con esiti talvolta terrificanti e iperbolici. Tant’è che anche una pattuglia della polizia sarà costretta a intervenire, trovandosi però molto presto a mal partito, vista l’entità delle minacce scaturite dallo schermo…
Ben strutturata la cornice narrativa, accattivante l’animazione e validi pure gli effetti speciali, nel cortometraggio elvetico. Molto meno entusiasmo, da parte nostra, per il corto che ha ricevuto il premio principale, in tale sezione, ovvero The Leader Will Come del belga Michiel Geluykens, troppo “schiacciato” a nostro avviso su un tema alla moda come la difficile convivenza tra immigrati e cittadini europei. Riportiamo anche qui, ma più per dovere di cronaca che per una vera e propria condivisione di intenti, la motivazione offerta dalla giuria: “per l’uso attento e incisivo del linguaggio cinematografico, capace di costruire un’atmosfera intensa e suggestiva. Il film è sostenuto da interpreti di grande presenza, i cui volti e sensibilità attoriali donano autenticità e profondità a ogni scena”.
Stefano Coccia









