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Zombi Child

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VOTO: 8.5

Picnic ad Haiti

Presentato alla Quinzaine des Réalisateurs di Cannes 2019 il film di Bertrand Bonello Zombi Child, incursione dell’autore francese nel mito orrorifico degli zombi, riportato alla sua dimensione reale, riprendendo una storia vera. Perché nella tradizione haitiana, in quel coacervo di culture ancestrali di provenienza africana, gli zombi rappresentano qualcosa di più di una semplice leggenda, ma un qualcosa che ha una spiegazione scientifica, seppur dibattuta, oggetto di studi antropologici ed esiste anche un articolo del codice penale che espressamente vieta la ‘zombificazione’. Si tratterebbe di uno stato di morte apparente indotto dalla somministrazione di una sostanza, la tetrodotossina, estratta dal pesce palla. Dopo che la vittima viene ritenuta morta e tumulata gli stregoni voodoo sarebbero in grado di riportare in vita il malcapitato, una volta disseppellito, ma in uno stato di non lucidità mentale, per essere utilizzato come schiavo nelle piantagioni di cotone. Proprio quello che succede all’inizio del film.

Già in Nocturama il regista Bertrand Bonello riprendeva e rielaborava alcuni miti cinematografici quali Elephant di Gus Van Sant e già Zombi di George Romero, nel mitico assalto al centro commerciale. E anche in quest’ultima opera possiamo delineare un percorso citazionistico che passa per il classico Ho camminato con uno zombi di Jacques Tourneur e arriva a Il serpente e l’arcobaleno di Wes Craven, entrambe opere che collocano il mito in una cultura tribale, e, del secondo, Bonello riprende la lucida energia politica nel riferimento alla dittatura di François e Jean-Claude Duvalier, nella storia famigliare della ragazzina di origine haitiana. Il film di Craven adatta peraltro il libro che racconta la stessa storia raccontata da Bonello, quella di Clairvius Narcisse, il contadino che rappresenta un caso reale, documentato e studiato, di zombi. Trapela anche il cinema di Peter Weir nel far confliggere natura e cultura, magia ancestrale e civiltà. Le studentesse che si ritrovano nei sotterranei del collegio austero, di fondazione napoleonica, formando un gruppo clandestino di ascolto di musica, sono derivative de L’attimo fuggente, ma torna alla mente anche Picnic ad Hanging Rock. Bonello ripercorre la storia del cinema per confermare le tesi più lucide che ha prodotto la settima arte in merito, realizzando un montaggio schizofrenico tra presente e passato, Francia e Haiti. Gli zombi diventano così uno squarcio violento in una civiltà ordinata e pulita, un richiamo ai rimossi della nazione francese e alle proprie responsabilità coloniali. Un richiamo selvaggio che si esprime anche nel sogno erotico di una delle ragazze, ambientato in una foresta.
Ancora dopo Nocturama, Bonello mette in scena il capitalismo in una forma tribale quanto efficace, la zombificazione è un processo per creare braccianti e lavoratori da non retribuire, ubbidienti agli ordini del padrone, massimizzando così il profitto del raccolto. E gli zombi, tonti, decerebrati, soprattutto non hanno memoria, come viene sentenziato nel film. Quello della propria memoria è un privilegio che invece la Francia, con il suo passato coloniale, possiede, e non importa quanto questa storia sia gloriosa e legata alle prime elaborazioni dei diritti civili. La prima scena francese del film rappresenta una lezione scolastica di storia, sulla Rivoluzione francese, che Bonello riprende in una scena inusualmente lunga e pedante, così come i successivi momenti delle lezioni. L’esperienza della libertà è enfatizzata dall’insegnante che definisce il Settecento quale il secolo della storia. Seguiranno lezioni di letteratura, su Balzac, e di chimica, ancora materie della cultura ‘superiore’ europea. Poco importa, e comunque è relativo, che la madre della ragazza abbia ricevuto la Legion d’onore francese per la sua opposizione alla dittatura haitiana: la cosa assume tuttalpiù un senso compensativo. E Bonello in definitiva realizza con Zombi Child un altro film, dopo Nocturama, sulle nuove generazioni e sulla loro energia, e sui rischi che questa venga mal incanalata, magari a opera di qualche moderno stregone.

Giampiero Raganelli

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