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Women Talking – Il diritto di scegliere

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VOTO: 6

Ribellarsi ai soprusi

Il grande ritorno di Sarah Polley. A dieci anni esatti dal meraviglioso Stories We Tell, la regista e sceneggiatrice canadese ritorna al cinema con Women Talking – Il diritto di scegliere, un film duro e potente interpretato da un cast di ottimi attrici da Frances McDormand, Rooney Mara a Claire Foy. La pellicola è tratta dal romanzo “Donne che parlano”, scritto da Miriam Toews, edito dalla casa editrice Marcos y Marcos, liberamente ispirato ai drammatici eventi realmente accaduti nella colonia di Manitoba in Bolivia nel 2011.
In una colonia mennonita isolata un gruppo di donne scopre orribili verità sugli uomini della comunità. Questi si sono approfittati di alcune donne, controllando ossessivamente la loro vita e la loro fede, minando la libertà individuale e abusando di loro dopo averle drogate. A fare da portavoce in questa lotta per rivendicare i propri diritti è Salome (Claire Foy), una delle vittime e madre di un bambino di tre anni, che sarà affiancata da sette donne della colonia per cercare di trovare una soluzione e cercare di farla pagare cara ai colpevoli. Riusciranno a vendicarsi delle angherie subite?
È un grido di ribellione e dolore Women Talking – Il diritto di scegliere, che si è aggiudicato due nomination, una per miglior film e l’altra per la miglior sceneggiatura non originale, seppur accolto in maniera tiepida dalla critica americana e rivelatosi un flop al botteghino, nonostante la presenza di un cast di ottimi attrici, prime fra tutte la McDormand e la Mara. Durante la visione dell’opera lo spettatore assiste a una lunga riflessione e a una costante indecisione su una difficile scelta da compiere, ovvero combattere e rivendicare i propri diritti o perdonare e far finta che non sia successo nulla. Women Talking – Il diritto di scegliere è un’opera composta principalmente da personaggi femminili, tranne rare eccezioni per alcune apparizioni di ruoli maschili. Sarah Polley si è rivelata fin dal suo esordio alla regia, avvenuto nel 2006 con Away from Her, una regista capace di saper padroneggiare la macchina da presa e di dirigere gli attori, ma in quest’opera è come non volesse mai centrare appieno il messaggio che le protagoniste vogliono dare, finendo col prendere debitamente le distanze da quello che era il romanzo da cui è stato tratto, anche perché non era facile adattare per lo schermo un’opera letteraria così complessa. Tra un cast di ottimi attrici, convince l’interpretazione di Rooney Mara, mentre Frances McDormand è relegata in un ruolo secondario che non le offre la possibilità di far emergere la sua immensa bravura.
La colonna sonora composta da Hildur Guðnadóttir fa da sfondo a una vicenda drammatica volta a voler lanciare un messaggio di speranza allo spettatore, mettendolo davanti a una scelta che con il passar del tempo diventa fondamentale per le protagoniste. Quel che ne viene fuori è un’opera riuscita a metà, poiché nonostante la presenza di un ottimo cast femminile, il finale si rivela abbastanza frettoloso e deludente non all’altezza delle aspettative, malgrado l’ottimo romanzo da cui è stata tratta la sceneggiatura.

Giovanna Asia Savino

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