Piccolo mondo Amish
Correva l’anno 1985 quando un regista australiano, già internazionalmente noto grazie ad opere di enorme valore quali, a mero titolo di esempio, Picnic ad Hanging Rock (1975) e Gli anni spezzati (1981), si affacciò dalle parti di Hollywood con una produzione interamente a stelle e strisce. Si intitolava Witness – Il testimone. Ed il resto è già storia. Consensi critici a pioggia, incassi più che ragguardevoli nel mondo. Ci stiamo riferendo a quello che, nel corso dei decenni trascorsi, è divenuto un classico. Un lungometraggio in prodigiosa armonia capace di far convivere al proprio interno molte anime differenti. Qualcuno potrebbe definirlo, allora come ora, un fulgido esempio di post-modernità venata di classicismo. Definizione edotta che non renderebbe appieno l’idea di un’opera che procede diretta fino alla sua destinazione, che poi è sempre quella costante nel cinema di Weir: esseri umani in situazioni straordinarie. Con le loro reazioni, analizzate attraverso un tanto sincero quanto difficilmente imitabile, per accuratezza e profondità, afflato antropologico. Capace di delineare in modo inequivocabile i tratti della grandezza di un autore.
La trama, trattandosi di opera appunto capace di sedimentarsi nella memoria cinefila, è ben nota. Un bambino appartenente alla comunità Amish della Pennsylvania, per l’occasione in trasferta in compagnia della giovane mamma, assiste casualmente ad un brutale omicidio. Sul quale indagherà l’integerrimo poliziotto John Book (occhio al nome…), scoprendo fetidi miasmi di corruzione interna al corpo. Se si dovesse catalogare a tutti i costi nell’ambito di un genere allora Witness sarebbe, in tutta evidenza, un thriller. Difficile sbagliare, ma in realtà si tratta solamente di un tassello del puzzle. Poiché il cuore del film pulsa più forte allorquando Book, gravemente ferito a seguito di una rapida sparatoria, trova rifugio proprio nella comunità Amish. Witness diventa allora la cronaca, perfettamente umanista, di un processo di conoscenza reciproca, tra diffidenza e scetticismi iniziali. Il contatto con “l’altro” muta la vita delle persone, ne cambia le prospettive, le fa evolvere. Irrompe il melodramma, altro genere estremamente significativo, nell’amore impossibile tra Book e Rachel, la giovane mamma Amish. E, magia delle magie, lo spettatore, per merito di un’implacabile moto empatico azionato dalla credibilità assoluta di fatti e situazioni, partecipa in prima persona a quell’avventura corrispondente ad ogni esperienza esistenziale. In tale raffinato ordito Weir inserisce momenti di grandissimo cinema tipicamente “fordiano” (nel senso di John Ford e non del bravissimo Harrison, giustamente candidato all’Oscar per il ruolo) come nella sequenza della costruzione del granaio, autentico omaggio ad un meraviglioso cinema che fu.
Anche a distanza di trentacinque anni Witness ci appare allora come un film incentrato sul senso di appartenenza. Su due universi che si conoscono, si sfiorano, si amano ma restano comunque troppo distanti per fondersi l’uno con l’altro. La quinta essenza del romanticismo, a rifletterci bene. Per un’opera che, a rivederla anche ora, si capisce perché non abbia messo su nemmeno una ruga. Lasciando nello spettatore una sensazione di pienezza cinematografica raramente eguagliata in futuro. Ottima occasione, dunque, per acquistare il blu ray della collana “Passione Cinema” edito dalla Universal Home Video Italia, forte di una perfezione formale che restituisce appieno la studiata bellezza registica nonché la splendida fotografia “bucolica” del grande John Seale. Unico neo la mancanza assoluta di extra, mentre l’ultima edizione dvd pubblicata per il ventennale del film ne era ricca. Questione di diritti, immaginiamo.
Curiosità. Il sodalizio artistico tra Peter Weir e Harrison Ford si ricompose l’anno successivo, cioè il 1986, con Mosquito Coast. Probabilmente il film di Weir più incompreso, che andò incontro ad un mezzo disastro sia commerciale che critico. Profondamente ingiusto, perché trattasi di opera scomoda sulle tendenze colonialiste statunitensi in toto appartenente alla poetica dell’autore australiano, nonché nobilitata da un’eccellente sceneggiatura di Paul Schrader. Un film da scrutare attentamente posizionandosi alla giusta distanza. Troppa fatica.
Daniele De Angelis
Witness- Il testimone
Regia: Peter Weir
USA, 1985 Durata: 112′
Cast: Harrison Ford, Kelly McGillis, Lukas Haas
Lingue: Inglese Dolby HD, Italiano Dolby HD
Sottotitoli: Italiano, Inglese per non udenti, lingue varie
Extra: assenti Distribuzione: Universal Home Video Italia