Marga da un altro mondo
Con Visitor (Visitante, 2021) dello spagnolo Alberto Evangelio Ramos, l’edizione ventennale del Ravenna Nightmare Film Festival torna prepotentemente alle origini, presentando un eccellente film di genere horror che strizza l’occhio alla fantascienza ed al multiverso, sdoganato per il grande pubblico dall’MCU, ma qui in versione ‘Sliding Doors‘.
Quello che sembra un meteorite colpisce una casa durante la festa di compleanno della piccola Marga; a causa dell’impatto, la sorellina più grande rimane uccisa. Nove anni dopo, Marga, in crisi con il marito Daniel, torna nella vecchia casa di famiglia, dove ritrova l’amico Carlos; tra i due si riaccende l’antica scintilla, ma qualcosa di strano avviene tra quelle mura… un’entità invisibile si aggira con disinvoltura, terrorizzando Marga fino alla scoperta di un cubo-portale dimensionale nella soffitta sbarrata che la metterà di fronte a se stessa. Mistero, thriller, fantascienza, si mescolano sapientemente, la storia si intreccia, si sbroglia, portando lo spettatore verso una soluzione per nulla scontata ed un finale fantasmatico.
Evangelio, al suo primo lungometraggio dopo diversi corti, ha realizzato un’opera non facile, dove l’aspetto fantascientifico è sobrio di effetti speciali eppure avvincente, convincente e colmo di mistero; centro del film, la protagonista Marga, interpretata dalla bravissima Iria del Rio, mette a confronto se stessa con il proprio lato oscuro, e da donna insicura acquisisce forza e consapevolezza, accettando amore e maternità. Sebbene tutto ruoti intorno alla sua figura, il grande pregio di Visitante è quello di non trascurare emozioni e personalità degli altri personaggi, nella cui anima Evangelio Ramos scava in profondità, a differenza di quel che accade in un classico film di genere; ecco allora il padre, con la sua incapacità di accettare la perdita di chi gli è caro (anzi, doppia perdita, una per ogni dimensione); ecco la sorella viva, preda dei sensi di colpa nei confronti della sua Marga prima e dell’altra Marga dopo; ecco Daniel, marito ambiguo e subdolo fino alla fine; ecco lo zio, sleale e traditore; ed ecco Carlos, forse l’unico personaggio senza ombre, che rappresenta il Vero Amore, quello senza limiti… neppure dimensionali. Il risultato è un’opera pregna di significati, con una sceneggiatura ad incastro perfetta, una fotografia che esalta il mistero ed una regia che dà il giusto spazio ad ogni aspetto del film, dal fantahorror al dramma psicologico, dal multiverso all’evoluzione intima della protagonista; lasciando un finale aperto, ma con un senso importante che racchiude il cambiamento della vita.
Michela Aloisi