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Triangle noir

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VOTO: 7

Rapsodia in blu

Nel visionare la selezione di corti proposta dalla ventesima edizione delle Giornate del Cinema Quebecchese in Italia (3-9 marzo 2023), vetrina assai stimolante come già si era osservato in precedenti occasioni, la varietà degli approcci e delle tematiche si fa pure stavolta apprezzare. Una varietà in cui trova posto anche l’animazione.
Con un’estetica ben definita e un appeal emotivo non indifferennte, cattura infatti lo sguardo Triangle noir di Marie-Noëlle Moreau Robidas, già Prix du public al Montréal Animation Film Summit e presentato anche, per restare in ambito canadese, all’Ottawa Animation Film Festival. L’ispirazione è arrivata qui da una vicenda meteorologica che qualche decennio fa fece abbastanza scalpore, tenendo col fiato sospeso l’opinione pubblica nordamericana: parliamo della cosiddetta Grande Tempesta di Ghiaccio datata 1998, per via della quale gli abitanti della regione conosciuta come “triangle noir” subirono un’interruzione di corrente senza precedenti in pieno inverno, dovendo così affrontare tra le varie emergenze un’improvvisa mancanza di riscaldamento.

Lo scarto tra il dato reale e la sua trasfigurazione poetica viene evidenziato qui in maniera piuttosto netta. L’inizio del corto, realizzato nel 2022, è difatti costituito da immagini fisse, fotografie risalenti a quella terribile ondata di gelo. Subito dopo però la rievocazione cronachistica del così impattante evento climatico lascia spazio a un altro linguaggio, quello dell’animazione. Come fosse, giustamente, la scelta metonimica più adatta a rappresentare il gelo, le regioni fredde del pianeta, una serie di disegni tutti virati verso tonalità bluastre, verso un tenue azzurrino, si prestano innanzitutto ad illustrare quel paesaggio nordico dove la forza della tempesta s’abbatte repentinamente sui pali dell’elettricità, lasciando al buio gli abitanti di una remota cittadina. E sempre attraverso l’animazione, caratterizzata qui da un’impronta lieve, minimalista, ci si sofferma sul rapporto tra due personaggi: una donna appena sbattuta fuori di casa e un anziano malmesso, nella cui dimora la prima ha cercato rifugio. Come a sottolineare una ritrovata solidarietà tra gli ultimi della scala sociale. Toni intimisti e qualche volo di fantasia accompagnano così il corto della regista Marie-Noëlle Moreau Robidas, un lavoro ruvido nelle premesse, delicato nello sviluppo narrativo, verso quell’epilogo che non può alzare le temperature circostanti ma scalda di sicuro il cuore.

Stefano Coccia

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