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Transparent

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VOTO: 8

In famiglia i segreti non finiscono mai

Negli Stati Uniti sono tutti in attesa della seconda serie di Trasparent,  la serie creata dalla bravissima Jill Soloway. La prima serie originale firmata Amazon Studios ha fatto il bottino agli scorsi Golden Globes quando ha vinto due globi d’oro nelle categoria di Miglior Commedia e Miglior Attore. Un evento storico considerando che una serie che va in onda online non si era mai aggiudicata il premio assoluto della categoria.
Transparent è un intimo e divertente ritratto di una famiglia ebraica di Los Angeles, una di quelle famiglie che ha dovuto sempre seguire tradizioni religiose senza mai concretizzarle in maniera ortodossa. Mort Pfeffermans, interpretato dal bravissimo Jeffrey Tambor, annuncia alla famiglia di essere un transgender e di voler essere chiamato Maura. Sembra semplice, ma la sua rivelazione ai tre figli coincide con un intreccio di segreti e fatti che a sua volta catalizzano e mettono in luce dinamiche familiari piuttosto complicate, ma sempre analizzate con ironia e  grande sensibilità.
L’esplicitazione del lato femminile di Mort rivela un complicato rapporto di ogni membro della famiglia con la propria sessualità. Sarah, la figlia maggiore rivede la sua ex del college e nonostante sia sposata con Len e abbia due figli, decide di rimettersi con la donna che ha sempre amato. Josh interpretato dall’attore e regista Jay Duplass, è uno scopritore di talenti musicali e dipendente da sesso fin da giovane, da quando aveva avuto una relazione con la sua baby sitter. Ali invece è la più giovane, la studentessa/disoccupata perenne e quella che si trova a che fare con una continua sperimentazione sessuale, alla ricerca di capire ciò che le piace di più. Shelly, la ex moglie di Mort, è una donna ansiosa e fragile che si risposa con un uomo molto malato e che non è affatto infastidita dalla rivelazione del marito, del quale aveva capito certe tendenze senza mai analizzarle troppo in fondo.
La Soloway si è ispirata ad un fatto personale: il padre infatti, come succede nella serie stessa, tre anni fa, aveva annunciato alla sua famiglia di essere un transgender. La regista e scrittrice ha ammesso che è stato molto rischioso proporre una serie che ha come protagonista un transgender in età avanzata, ma ha trovato in Amazon Studios un reale supporto per lanciare una serie diversa e sincera. Nei primi dieci episodi della prima serie, le dinamiche familiari rivelano oltre a momenti esilaranti e davvero comici, anche il dolore e le difficoltà che una rivelazione del genere possa comportare all’interno di una famiglia. Il personaggio di Maura, insieme agli altri transgender presenti nelle puntate, mostrano infatti un gruppo unito di persone che di solito vengono messe in luce per i loro eccessi e ritratti per essere sempre affamati  ed estrosi sessualmente, senza nessuna investigazione di una certa profondità psicologica. In Transparent, invece si conoscono persone “trasparenti”, normali. Maura non è mai un personaggio stucchevole e non ci sono mai battute di cattivo gusto. Piuttosto sono emozionanti i momenti in cui rivela finalmente di poter essere se stessa, dopo essere stata costretta a vestirsi da uomo per tantissimo tempo. Tambor è bravo ad esternare senza eccessi la malinconica sensibilità di Maura, personaggio che finisce  per essere forse il più normale di tutti quelli esposti nella serie. Nei diversi flashback che riviviamo in alcune puntate della serie, vediamo Mort che durante gli anni ha vissuto con ansia la sua situazione e non possiamo che compatirla. Il suo lato femminile era sempre presente. I flashbacks mostrano le difficoltà di Mort nel riconoscere la sua vera identità, quando i bambini erano piccoli. Le bugie dette alla famiglia per poter frequentare un campeggio per transgender con un amico e scoprire che come lui, c’erano tanti uomini che volevano vestirsi da donna, sono rappresentati da momenti piuttosto esilaranti quanto toccanti. Dal divertimento delle feste tra transgender si passa ai sensi di colpa quando Mort e il suo amico chiamano la famiglia fingendo di essere a convegni lavorativi. E una volta rivelata la verità, è come se ognuno dei personaggi si mostrasse in una fase di transizione. Nessuno è santo nè eroe, ma semplicemente umano e curioso. Una famiglia non convenzionale ma che si fa amare per la sua atipicità. E chissà quali altri segreti verranno rivelati nella seconda serie di Transparent. Il successo di questa serie è un ottimo segno sul fatto che Hollywood si stia gradualmente tingendo di rosa, grazie a nuovi esilaranti personaggi e show creati da donne che le nuove piattaforme di distribuzione online stanno proponendo come ottimi concorrenti alla programmazione di canali e studios televisivi.

Vanessa Crocini

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