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The Yin Yang Master 0

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VOTO: 9

Magia ed effetti speciali in una Hogwarts giapponese

Metti insieme Hogwarts, Sherlock Holmes, Merlino e l’Apprendista Stregone, aggiungi un pizzico di mistero ed un’ampia spruzzata di effetti speciali, completa la pozione con sentimento ed ironia, ed ecco che il mondo fantastico ideato dallo scrittore Yumemakura Baku prende vita nello stupefacente The Yin Yang Master 0 (Onmyoji Zero) di Sato Shimako, in concorso alla 26ma edizione del Far East Film Festival.

Quello di Sato non è il primo film ispirato ai romanzi di Baku; già nei primi anni Duemila, Takita Yojiro diresse due pellicole in cui il protagonista era Abe No Seimei, un Onmyoji realmente esistito e noto per le sue capacità divinatorie, divenuto, dopo la sua morte (avvenuta intorno all’anno mille), una leggenda alla stregua del Mago Merlino del mito arturiano. Il Seimei raccontato da Sato Shimako è ancora lontano da quella leggenda: giovane studente della scuola di magia per apprendisti Onmyoji (che i Potteriani potrebbero, ipoteticamente, identificare con la Scuola di Magia di Mahoutokoro, ubicata nella cima del monte più alto dell’isola deserta – o così almeno credono i babbani – giapponese di Minami Iwo Jima), è interessato maggiormente a come lavora la psiche umana che alla magia, uno Sherlock Holmes ante litteram con poteri al contempo illusori e magici.

La sua amicizia col nobile Hiromasa, musico ufficiale dell’imperatore, e l’assassinio di un Artefice (primo livello di Onmoyoji dopo l’Apprendista), trovato morto in un pozzo, danno il via alle indagini di Seimei, che viene accusato dai suoi compagni apprendisti di essere l’omicida e in una fuga rocambolesca con Hiromasa metterà alla prova se stesso e la sua magia, fino a rivelare e sconfiggere il vero colpevole, trovando, al contempo, l’assassino dei propri genitori. In parallelo, Sato tratteggia la storia d’amore inespressa tra Lord Hiromasa e la principessa Yoshiko, resa impossibile dalla rigida casta, che la vuole sposa di qualcuno di ceto più elevato (nella fattispecie, lo stesso Imperatore).

The Yin Yang Master 0 mescola i generi con maestria, passando dal fantasy al giallo, dall’investigazione al soprannaturale, aggiungendo spunti romantici e sociali, dalle caste degli Onmoyoji (dal semplice Apprendista si arriva al Gran Maestro) a quelle dei nobili giapponesi dell’epoca, sequenze di arti marziali ed effetti speciali notevolissimi, come il fiammeggiante drago volante che minaccia la principessa e la fuga a cavallo (letteralmente e metaforicamente) tra illusione e realtà di Seimei e Hiromasa, che unisce misticismo e dramma psicologico sovrannaturale. Il potere della mente, che Seimei ben conosce e padroneggia, è la vera magia: i due entrano infatti in un regno fantastico generato dal loro inconscio collettivo, tra immagini folgoranti ed inseguimenti, dove un misterioso danzatore mascherato orchestra un annientamento di tutti gli apprendisti. È in questo reame della mente, scaturito dall’immaginazione sfrenata di Sato, che il genere fantasy e gli effetti speciali creati al digitale raggiungono livelli spettacolari, portando il film ad un livello superiore agli standard; se la Rowlings ha creato intorno ad Harry Potter un mondo fantastico (come pure Tolkien con il Signore degli Anelli), la Sato ha dato vita e valorizzato quello descritto da Baku nei suoi libri, aggiungendoci la propria sensibilità e fervida immaginazione, valore aggiunto che rende The Yin Yang Master 0 una vera perla del genere.

Michela Aloisi

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