Maldamore
È sera. Le strade sono deserte. Una ragazza molto bella e curata si avvicina, titubante, all’ingresso di un night club. Alcuni uomini la notano e le fanno qualche apprezzamento, a cui la donna risponde con un gestaccio. Finalmente entra. In una sala semi-vuota sono presenti soltanto un’orchestra, una strana signora con un vistoso cappello, due uomini apparentemente ubriachi e, ovviamente, il barista. Quest’ultimo sembra conoscere bene la bella ragazza appena entrata e, chiamandola per nome, le serve un drink, non appena quest’ultima si diede al bancone. Dopo pochi istanti, ecco sedersi vicino a lei un giovane altrettanto elegante. Ed ecco che il tutto prende il via.
Non è facile superare la fine di una relazione. Non è facile gestire i difficili momenti immediatamente successivi alla rottura. E, a tal proposito, la cineasta irlandese Selina Cartmell ha voluto regalarci un tenero, amaro e disincantato ritratto di chi tale rottura sembra non averla superata mai, realizzando il riuscito cortometraggio The Date, presentato all’11° edizione dell’Irish Film Festa durante la serata d’apertura.
In soli sedici minuti passano sullo schermo tanti, diversi stati d’animo: gioia, rabbia, allegria, paura, nostalgia, serenità e, infine, amarezza e sgomento. Ciò che ci viene presentato è ciò che resta di una lunga storia d’amore – la cui essenza si può facilmente immaginare anche grazie ai due bravi interpreti, Charlene McKenna e Rory Fleck-Byrne. Una storia, in realtà, mai finita che potrebbe addirittura risorgere dalle proprie ceneri. O forse no? Sono intensi primi piani sui volti dei protagonisti, così come quadri che li ritraggono insieme, oltre a campi e controcampi che stanno quasi a ricordare una partita a scacchi tra i due, a fare da protagonisti (quasi) assoluti per gran parte del lavoro. Lo spettatore, dal canto proprio, non fa altro che chiedersi dove tutta questa situazione potrà mai andare a parare.
Senza voler dare risposte definitive in merito – ma, allo stesso tempo, mostrandoci una situazione cruda ed estremamente realista, senza edulcorazione alcuna – la regista è stata in grado di raccontarci l’animo e la mente umana con delicatezza ed anche una buona dose di necessario cinismo, optando per una classica struttura a meccanismo a cui molti cineasti emergenti sembrano voler ricorrere anche troppo spesso e non sempre ottenendo risultati apprezzabili. In questo caso, ovviamente, il ribaltamento funziona eccome.
E poi, trattata alla stregua di un vero e proprio personaggio, c’è la città di notte. Con le sue stradine buie – che sembrano celare chissà quanti segreti – e i suoi locali spogli, squallidi, ma, tuttavia, unico luogo dove le anime sole riescono apparentemente a trovare conforto, la città – con atmosfere che tanto stanno a ricordare Fuori Orario di Martin Scorsese – si fa testimone silente di quell’amore perduto e della disperazione che ne consegue.
Un prodotto piccolo piccolo, girato con pochi attori, pochi mezzi e un budget evidentemente ridotto, questo The Date di Selina Cartmell. Piccolo, ma, allo stesso tempo, incredibilmente efficace, ottima apertura per una 11° edizione dell’Irish Film Festa che sembra promettere assai bene.
Marina Pavido