L’eleganza di un incubo reale
Il Pipistrello d’Argento della 40ma edizione del Fantafestival, premio assegnato tramite il voto del pubblico online al miglior cortometraggio, è stato meritatamente vinto dal britannico The Appointment di Alexandre Singh; questa la motivazione: “per aver saputo raccontare un angosciante incubo polanskiano con uno stile lussureggiante e magnetico che omaggia il gusto estetico di Greenaway”.
Lo scrittore Henry Salt trova nella sua agenda un appuntamento per le 12 del giorno precedente al ristorante Le Folie, ma non ne ha assolutamente memoria. Nella sua spasmodica ricerca della persona con cui si è incontrato, scopre di aver obliato ben 8 settimane della sua vita, e che l’appuntamento fissato deve in realtà ancora aver luogo. Al Le Folie lo aspetta il Professore di antropologia Oblatovsky, le cui rivelazioni faranno chiarezza sull’accaduto, precipitando al contempo il protagonista in un incubo senza fine.
Angosciante ed elegante al tempo stesso, The Appointment porta lo spettatore in un mondo magico e primordiale; se lo scambio di corpi o di anime non è una novità in letteratura (ad esempio, in H. G. Wells e Nathaniel Hawthorne) e neppure sul grande e piccolo schermo (da L’errore del Dio Chang a Viceversa, da Quel pazzo venerdì alla serie cult Buffy), il pregio imprescindibile del cortometraggio di Singh è l’elegante incastro perfetto della storia, un thriller ossessivo esteticamente florido (dalla magnificenza delle portate del Le Folie alla sedia delle anime che spicca nello studio dell’enigmatico professore) che fa sprofondare Henry, e lo spettatore insieme a lui, nell’orrore di un incubo da cui non c’è risveglio.
Michela Aloisi