Un’Odissea nello spazio un po’ diversa
Ho iniziato a vedere The 100 per curiosità. Sembrava un piacevole intermezzo tra le serie che finivano e quelle che iniziavano. Un po’ sdolcinato e un pochetto troppo “teenage drama” per me, ma mi sono armata di pazienza, e ho voluto vedere dove andava a finire. Sinceramente non me ne sono pentita, anche se diciamo che all’inizio ha faticato a prendermi, a continuare a trattenere la mia attenzione. Di cosa parlerà mai una serie con un nome così curioso, direte. Parla di 100 ragazzi “cattivi”, nati e cresciuti nello spazio, che i loro genitori e leader mandano sulla terra post apocalittica, per capire se la terra è diventata più ospitale. È basato sull’omonimo romanzo di Kass Morgan, ma il romanzo e la serie TV, come spesso accade, vanno ognuno par la propria strada. La serie è prodotta da CW (CBS and Warner Bros) la stessa rete che produce una discreta varietà di telefilm abbastanza di successo (The Vampire Diaries, Supernatural e così via…), ma ha una certa tendenza verso il melodramma. È stata ideata da Jason Rothenberg.
Nelle prime puntate osserviamo una società creatasi, dopo il disastro nucleare, su un gruppo di 13 piccole stazioni spaziali che viene chiamato l’Arca. Una società spietata e con regole di ferro, che punisce coloro che si rifiutano di seguirle espellendoli nello spazio. I ragazzi in questione sono i detenuti, che si sono rifiutati di seguire le regole e sono stati rinchiusi invece di essere espulsi fuori dalla stazione spaziale, perché non ancora adulti. Dunque, vengono lanciati in una capsula, e arrivano sulla terra per capire se possono sopravvivere o meno. Tra tante difficoltà iniziali, scoprono che è possibile sopravviverci ma al contempo si accorgono di non essere soli. Sulla terra non solo ci sono forme di vita, ma sono forme di vita umane, che loro chiameranno “Grounders” ovvero gli abitanti del suolo. I Grounders vivono in una specie di società tribale, e ovviamente combattono tra di loro per il territorio e per le risorse, e questa lotta finirà per coinvolgere anche i ragazzi. Ci sono un bel po’ di personaggi che potremmo definire “principali” o importanti per la trama, ma diciamo che quelli di fondamentale importanza sono Clarke Griffin (Eliza Taylor), Bellamy Blake (Bob Morley), Octavia Blake (Marie Avgeropoulos), Jasper Jordan (Devon Bostick), Monty Green (Christopher Larkin), Raven Reyes (Lindsey Morgan), Finn Collins (Thomas McDonell), John Murphy (Richard Harmon), Wells Jaha (Eli Goree) Abby Griffin (Paige Turco), Marcus Kane (Henry Ian Cusick), Thelonious Jaha (Isaiah Washington) e anche alcuni Grounders ,come Lincoln (Ricky Whittle), Lexa (Alycia Debnam-Carey) e Indra (Adina Porter), che la loro importanza l’acquisiscono con il tempo. Adesso, se siete tra quelli puntigliosi che insistono sulla precisione scientifica o grandi fan della sci-fi classica, la verità è che questo potrebbe non essere il telefilm per voi. Se, invece, siete in cerca di qualcosa di eccitante e anche, con una onestà di fondo, coinvolgente da guardare, allora questa serie fa al caso vostro. Tanti tendono a criticarla perché scientificamente poco realistica, però se partiamo dal presupposto che la stessa storia narra di 100 ragazzi che vengono catapultati sulla terra dal proprio popolo, e che tutto accade dopo che sono sopravvissuti nello spazio per quasi 100 anni, allora possiamo tranquillamente accettare tutte le inesattezze scientifiche e robe affini. Fatevene una ragione, a volte i programmi televisivi (e direi più che a volte) non seguono esattamente le regole della fisica o di qualsiasi altra scienza, qualche volta la televisione è là proprio per fare ciò che dovrebbe, ovvero concedervi una evasione dalla realtà. E sembrerebbe che gli avidi divoratori di serie televisive siano d’accordo con me, visto che la prima puntata di questa serie le ha concesso il primato di serie TV più vista dal 2010 negli Stati Uniti, con ben 2.7 milioni di Americani che sono rimasti incollati davanti alla TV. The 100 finora ha avuto tre stagioni, tutte abbastanza di successo, anche se la seconda era iniziata un po’ troppo alla maniera americana, ossia coi giochi politici e violenza gratuita in evidenza, ma devo dire che si è ripresa magnificamente, per approdare infine alla terza stagione che in realtà poteva anche concludere la saga, secondo me, ma ovviamente the show must go on, quindi aspetto con entusiasmo di vedere cosa si inventeranno per la prossima stagione. Fino ad allora, godetevi queste tre stagioni e divertitevi con una Science Fiction così poco scientifica.
Come sempre vi delizio anche con una bella citazione del telefilm, questa appartiene al Cancelliere Jaha, un peep-talk per eccellenza per i ragazzi che partono:
“Prestate attenzione, carcerati dell’Arca. Vi è stata concessa una seconda possibilità. In qualità di vostro cancelliere, spero che la vediate… come una possibilità non solo per voi, ma per tutti noi. Anzi, per l’intera razza umana. Non abbiamo idea di cosa troverete, laggiù. Fossero state maggiori le chance di sopravvivenza, avremmo mandato altri. In tutta franchezza, abbiamo scelto voi, perché i vostri reati vi hanno reso… sacrificabili”.
Alla prossima serie e prossimo viaggio…
Indira Durmic