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Te l’avevo detto

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VOTO: 6

Individui sull’orlo di una crisi di nervi

Metti un’improvvisa ondata di caldo anomalo in pieno gennaio e un campionario umano alle prese con i loro problemi. Tutto questo a Roma, la capitale. Dopo aver esordito con la sua opera prima, Magari (2019), Ginevra Elkann ritorna al cinema con Te l’avevo detto, un’opera insolita che ricorda, seppur vagamente, Siccità, l’ultimo lungometraggio diretto da Paolo Virzì, ambientato proprio a Roma. Attraverso il racconto di alcuni stravaganti personaggi, l’opera della Elkann ci inoltra in una Roma atipica, resa apocalittica dall’improvviso surriscaldamento globale, mostrando in maniera grottesca alcuni personaggi a tratti surreali, in perenne conflitto con loro stessi.
In una Roma insolitamente calda e afosa a inizio gennaio, seguiamo le vicende di Gianna (Valeria Bruni Tedeschi), una vedova ossessionata da alcune manie, madre di Mila (Sofia Panizzi), una ragazza bulimica in perenne conflitto con lei. Gianna, ultimamente è ossessionata da Pupa (Valeria Golino), ex pornostar, che vive di qualche lavoretto extra come spogliarellista per il web, perennemente legata al suo passato. E infine, troviamo, Caterina interpretata da Alba Rohrwacher, una giovane mamma alcolista che vive per dimenticare le proprie frustrazioni e insicurezze.
Te l’avevo detto è un’opera insolita e atipica per il suo genere, in grado di descrivere il disagio umano di certi personaggi, sfiorando addirittura il ridicolo, ma mostrando con grande verità la difficoltà di superare gli ostacoli che si presentano davanti. Approfittando dell’ondata di caldo a Roma, un caldo da far sudare terribilmente, inusuale per un gennaio in cui il freddo dovrebbe essere protagonista, assistiamo a una serie di eventi tragicomici a limite dell’assurdo, ma che ci fanno toccare con mano una realtà che sembra essere onnipresente al giorno d’oggi. I personaggi interpretati dalla Bruni Tedeschi o dalla Golino sono gli stessi che si possono trovare nella vita di tutti i giorni. La fotografia di Vladan Radovic ci mostra una Roma dai colori accesi, resa ancora di più da un sole cocente e da un caldo insopportabile, che porta i protagonisti a spogliarsi dei propri orpelli. Che sia il frutto di un improvviso cambiamento climatico o di un Apocalisse in arrivo?
Quello a cui lo spettatore assiste non è nient’altro che vizi e difetti di alcuni individui appartenenti alla società odierna, ma che vengono ancora più accentuati dai protagonisti dell’opera fino ad arrivare a un finale che non sembra sciogliere alcuni nodi, ma risulta abbastanza allegorico finendo con non mostrare pienamente il suo potenziale che era ben presente all’inizio dell’opera, ma nonostante questo Te l’avevo detto rientra in una di quelle opere da annoverare tra quelli più interessanti degli ultimi anni, proprio perché è unica nel suo genere.

Giovanna Asia Savino

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