Un amico in via di decomposizione
Avventura, commedia e dramma; Swiss Army Man è tutto questo e molto di più. In effetti, non è per niente facile trovare una precisa etichetta di genere da appiccicare addosso a un film come quello scritto e diretto da Daniel Kwan e Daniel Scheinert, presentato in anteprima italiana nella sezione non competitiva Panorama di Alice nella Città 2016. E dobbiamo dire che la collocazione nella sezione indipendente e parallela dell’11esima edizione della Festa del Cinema di Roma, dedicata al pubblico più giovane, ci ha colto abbastanza di sorpresa, perché il Dna, i contenuti, il linguaggio e le caratteristiche della pellicola della coppia statunitense, non è propriamente adatto al suddetto target.
Attenzione, questo non vuole essere per nessun motivo al mondo un monito, tantomeno un dito puntato nei confronti dei selezionatori della kermesse per avere scelto un film non propriamente educativo come questo, ma al contrario un plauso per averne capito il potenziale intrinseco e compreso il messaggio che scorre nelle cavità sotterranee della sua sceneggiatura. In effetti, bisogna scendere piuttosto in profondità, andare oltre le volgarità e il cattivo gusto di certe scene, ma quando si raggiunge il cuore pulsante si finisce con il vederne l’essenza. Quello dei Daniels, nome d’arte con il quale i due registi lavorano insieme da qualche anno a questa parte, è un film che parla di fuga, di coraggio, di spirito di adattamento, di caparbietà e soprattutto di amicizia. E queste sono parole che dovrebbero entrare presto nel vocabolario delle giovani generazioni. Per cui ben venga la proiezione nella sezione Alice nella Città, che precede la futura uscita nelle sale nostrane con Koch Media, per un film che ha già fatto parlare di sé e raccolto importanti riconoscimenti nel circuito festivaliero internazionale in vetrine prestigiose come quelle del Sundance e di Neuchâtel.
La sinossi e il titolo lasciano già presagire quello che poi la visione non potrà fare altro che confermare. Kwan e Scheinert ci catapultano al seguito di Hank, un naufragato su un’isola deserta che ha perso qualsiasi speranza di tornare a casa. Ma tutto cambia quando Manny, un cadavere con delle strane abilità, viene trascinato a riva dalle onde. I due diventano amici e si imbarcano in un’epica avventura che potrebbe riportare il protagonista tra le mura domestiche. Ma sgomberiamo dalla mente qualsiasi tipo di confronto con altre pellicole più o meno analoghe, che vedono il protagonista di turno naufrago su un’isola deserta fare i conti con una dura lotta per la sopravvivenza. Al di là del suo essere un survivor movie, Swiss Army Man non ha, infatti, nulla in comune con pellicole come Cast Away di Robert Zemeckis o Castaway on the Moon di Lee Hae-jun, sicuramente più in sintonia con lo spirito, la vicenda e il personaggio racchiusi nel celebre romanzo di Daniel Defoe “Le avventure di Robinson Crusoe”, anch’esso oggetto di numerose trasposizioni sul grande e piccolo schermo, a cominciare da quella di Luis Buñuel del 1952.
Quella dei Daniels è un’opera, la prima sulla lunga distanza dopo una serie di videoclip e di cortometraggi molto apprezzati nel circuito festivaliero internazionale (Possibilia e Interesting Bali), assolutamente fuori dagli schemi, nelle cui vene scorre a getto continuo quel politicamente scorretto che tanto infastidisce i ben pensanti e tutti coloro che si scandalizzano facilmente. Gli stessi che probabilmente, anzi sicuramente, già al secondo rumore molesto presente sulla timeline fuggirebbero a gambe levate e schifati dalla sala. In effetti, le flatulenze compongono una “colonna sonora” alla quale i due registi sembrano non volere proprio fare a meno (a confronto i film di John Waters sono poca cosa), ma quando ci si fa l’orecchio finiscono con il passare inosservate in una maionese impazzita di situazioni allucinogene e non sense (spesso rasenta la saturazione) che strappano risate a volontà. Alla causa contribuiscono i due interpreti principali, Paul Dano e Daniel Radclliffe, con quest’ultimo che nei panni del cadavere Manny offre una performance per lui inedita, con la quale prova disperatamente ad allontanare lo spettro ingombrante di Harry Potter.
Francesco Del Grosso