L’attesissimo gran finale della saga dividerà gli appassionati
L’episodio conclusivo di una lunghissima saga cinematografica, forse la più celebre di tutti i tempi. Un evento mediatico come ce ne sono pochi.
Difficile trarne un’opinione senza considerare cosa c’è stato prima, senza pensare al lungo percorso che, dal 1977, ci ha condotti fin qui, in una galassia lontana lontana.
Su Guerre Stellari o, come viene chiamato oggi, Star Wars, si sono scritti fiumi d’inchiostro e certamente le opinioni e gli articoli su questo atto definitivo fioccheranno ancora nelle settimane e nei mesi a venire. La storia era rimasta a quell’Episodio VIII: Gli ultimi Jedi, che non aveva soddisfatto nessuno, che aveva cercato di ribaltare tutti i luoghi comuni già visti nei decenni precedenti, arrivando però a mostrarci una vicenda in cui alle più pressanti domande che si faceva il pubblico erano state date risposte sbrigative e poco credibili. Alcuni personaggi apparentemente interessanti erano stati liquidati in men che non si dica facendoci domandare, tanto per cominciare, per quale motivo erano stati introdotti, uno su tutti il leader supremo Snoke. Sappiamo bene, viste le anticipazioni trapelate nei mesi scorsi, che i fatti stavolta ruotano attorno ad un’idea banale che circola già da vent’anni: il ritorno dell’imperatore Palpatine, ucciso da Darth Vader nel celebre finale di Episodio VI: Il ritorno dello Jedi. La questione era stata già affrontata in tutt’altro modo nei tanti romanzi dedicati alla saga, oggi tutti ufficialmente considerati apocrifi dalla Disney, quindi non facenti parte del canone ma, evidentemente, presi in considerazione quando è il caso di riprendere qualche personaggio che possa riavvicinare gli amareggiati fan. La resistenza, fiaccata e decisamente decimata alla fine del precedente film, sembra poter opporre poco o niente al terribile evento, l’unica speranza risiede nell’addestramento della nuova Jedi, Rey, e nella riconversione al lato luminoso della Forza del malvagio e tormentato Kylo Ren, ora leader assoluto del Primo Ordine, erede dell’Impero Galattico. Questi, che in realtà è il figlio di Han Solo e della principessa Leia Organa, ha già ucciso il padre e tentato di ammazzare la madre, sopravvissuta solo grazie ai suoi poteri, eppure ora che ha trovato finalmente il luogo più distante della galassia dove l’imperatore si è clonato e lentamente rianimato, non sembra capace di scegliere realmente da quale parte stare. Mentre il legame particolarmente unico fra Rey e Kylo si va intensificando, l’attrazione fra i due può far pendere la bilancia in favore di una o dell’altra parte della Forza. A questo punto, è aperta una vera e propria corsa al rifugio di Palpatine, la resistenza per cercare di distruggerlo, Kylo Ren per consegnargli finalmente l’ambita preda, Rey. Strano a dirsi, la trama di quelt’ultima parte di trilogia è tutta qui.
Al di là della domanda principe che in molti si fanno, cioè se questa nuova trilogia era davvero necessaria (se non per il fatto di far incassare una valanga di soldi alla Disney), quello che ci si chiede è se la conclusione è sensata, esaustiva e soprattutto entusiasmante da vedere.
Il cambio di regia, torna dietro la macchina da presa J.J. Abrams rispetto al vituperato Rian Johnson de Gli ultimi Jedi, certamente aiuta: ritroviamo tutto quello che ha fatto la fortuna di questa serie come i luoghi esotici, le razze aliene bizzarre e le culture diversissime fra loro ma immerse in un reale piano di parità e rispetto reciproco (a proposito vedremo un bacio saffico per la prima volta, se ancora c’erano dubbi sul messaggio pluralista e progressista di Star Wars). Il confronto tra il bene e il male ci porta da un lato all’altro della galassia, senza un momento di pausa e la notevole lunghezza della pellicola non sembra pesare più di tanto. I personaggi di questa nuova trilogia ci sono di nuovo tutti, oltre ai già citati Rey (Daisy Ridley) e Kylo Ren (Adam Driver), ritroviamo lo scanzonato Poe Dameron (Oscar Isaac), il ribelle Finn (John Boyega) e il popolare droide BB-8. Non mancano i volti della vecchia guardia, prima fra tutti la principessa Leia (interpretata un’ultima volta dalla defunta Carrie Fisher grazie alle magie della computer grafica), Luke Skywalker (Mark Hamill in versione spirito guida), Chewbecca (sotto il cui peloso costume si cela Joonas Suotamo, visto che Peter Mayhew ci ha lasciati anch’egli), l’imperatore Palpatine ovviamente (un inossidabile Ian McDiarmid), il redivivo Lando Carlissian (bentornato Billy Dee Williams) e perfino una breve apparizione di Han Solo (sempre un piacere, Harrison Ford). Non mancano i due droidi per eccellenza, ma se C-3PO (nella cui dorata corazza si trova per l’ennesima volta Anthony Daniels) riveste una parte primaria, e spicca perfino in un momento di grande coraggio, il celebre R2-D2 lo vediamo in pochissime sequenze, impegnato a fare praticamente nulla, quasi una comparsata: come mai un elemento così iconico di Star Wars viene sacrificato in tal modo proprio nel finale?
Tirando le somme, questo Episodio IX – L’ascesa di Skywalker è certamente molto divertente e l’impatto visivo è immenso, la cura maniacale per le scenografie, per gli ambienti e per qualsiasi piccolo elemento c’è e si vede. Per gli appassionati ci sono mesi di lavoro da impiegare nella ricerca, fotogramma per fotogramma, di riferimenti e autocitazioni che si sprecano in ogni inquadratura. Lo strappo con la precedente, odiata puntata è evidentissimo, ma oseremmo dire fin troppo drastico. L’inizio del film è infatti praticamente slegato dal finale de Gli ultimi Jedi, non a caso L’ascesa di Skywalker ci mette un bel po’ per decollare, perdendo almeno i primi quaranta minuti in una serie di sequenze che servono a spiegarci sia la situazione generale che lo stato in cui si trova ogni singolo personaggio, non sempre in modo efficace. Per capire dove la narrazione vuole andare a parare ci vuole quindi tanta pazienza e da parte dello spettatore si richiede più volte una buona dose della cosiddetta “sospensione dell’incredulità”, non una novità ovviamente quando si parla di Star Wars, anche se in alcuni casi probabilmente si esagera. E’ un fatto acquisito che mentre i nostri ribelli sono dei veri cecchini, riuscendo a centrare al primo colpo gi avversari anche a grande distanza, le addestrate truppe imperiali sono notoriamente inabili a sparare, lente a prendere la mira e comunque incapaci di colpire il bersaglio anche da pochi passi. Pur sapendolo bene, in qualche scena sembra di passare veramente la misura, ricordiamoci che il pubblico odierno è più smaliziato di quello degli anni ’70 e ’80. Difficile anche credere al fatto che, per esempio, in una città molto piccola, e letteralmente brulicante di soldati imperiali, i nostri riescano (senza praticamente camuffarsi!) a scivolare passo passo tra le maglie della sicurezza e a prendere comodamente contatto con la banda locale. Superate le perplessità della prima parte, mandata giù qualche licenza avventurosa di troppo, pian piano cominciamo finalmente a scorgere il vero spirito di Guerre Stellari, che si era smarrito in questi anni, ed emergono le qualità di questo ultimo capitolo.
Particolarmente interessante, anche in virtù del fatto che mai si era visto prima, il rapporto duale fra Rey e Kylo Renn, protagonisti di alcuni magnifici scontri e di dialoghi a distanza che, grazie alla Forza, avvicinano le loro rispettive realtà e riescono perfino a fonderle in una sorta di amalgama tra lato luminoso e oscuro, una sorta di Yin e Yang esistenziale davvero potente nella resa visiva.
Le vicissitudini dei nostri eroi, con il passare delle ore, cominciano dunque ad avere senso e ad appassionarci fino al grande, epico finale, in cui è impossibile non emozionarsi, travolti dagli eventi e dai tanti ricordi. Starà al pubblico, di volta in volta, decidere quali elementi contino di più nella propria valutazione, se quelli negativi, che certamente ci sono, o quelli positivi, che sono molti in fin dei conti. Nel nostro piccolo, reputiamo che siano quest’ultimi a pesare di più ma, avendo la saga milioni e milioni di appassionati in tutto il mondo, è impossibile, crediamo, che questo finale sia universalmente accolto in modo univoco e, senza dubbio, se ne parlerà ancora molto a lungo. E’ anche questo, d’altra parte, il fascino di uno dei fenomeni cinematografici e multimediali più grandi della storia.
Sollevando per un istante il giudizio sul film e sulla trilogia, lasciatevi però il tempo di apprezzare e di godere, con un groppo in gola, le immagini dell’ultima bellissima sequenza.
Massimo Brigandì