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Star System

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VOTO: 7

Divi & alieni

Tra le varie diramazioni di un cinema indipendente italiano senz’altro generoso, ma dove a volte latitano le idee fuori dal coro, l’originalità, alcuni generi sembrano beneficiare di un’attenzione particolare. E accade così che l’horror, il thriller, siano gettonatissimi, con esiti in certi casi interessanti ma col serio rischio di andare incontro a una qualche ripetitività, come si sta cominciando peraltro a temere per il fortunato filone dello zombie movie nostrano.
La fantascienza è invece un genere che viene lambito raramente dalle produzioni indipendenti di casa nostra, anche in virtù di una oggettiva difficoltà realizzativa, qualora si punti a oltrepassare la soglia dell’amatorialità. E spesso si rimane confinati nella durata del corto o del mediometraggio. Tra gli esempi più virtuosi potremmo citare le sorprendenti derivazioni dell’universo starwarsiano partorite dalla fervida immaginazione e dalla passione genuina di Angelo Licata, ovvero Dark Resurrection e Dark Resurrection Volume 0; oppure certi sostanziosi cortometraggi realizzati da Fabio Guaglione e Fabio Resinaro, noti anche come Fabio & Fabio, a partire dallo spettacolare e folgorante E:D:E:N. Abbiamo perciò salutato come una piacevole scoperta il lungo presentato quest’anno al Fantafestival, Star System, opera del giovane Tiziano Paltrinieri che si è occupato in prima persona degli effetti speciali, intervenendo pure su fotografia e montaggio.

A colpirci positivamente è stata innanzitutto la libertà di uno script, firmato da Carlotta Bergamini, in cui elementi classici della space opera e spunti meno conformi, persino bizzari, appaiono rimescolati con un certo ingegno. Nell’interessante blog dedicato alla realizzazione del film si legge che era Aliens in Hollywood il titolo provvisorio. Ma anche Star System rende bene l’idea di fondo che si è scelto di sviluppare, nella sua evidente eccentricità: legare l’immagine classica della Terra attaccata da popolazioni aliene al fenomeno del divismo cinematografico/televisivo. Tra gli appunti di lavorazione riportati sul suddetto blog vi è anche questo: “Volevamo che gli alieni avessero una motivazione più originale per giungere sul nostro Pianeta: non per guerre o per colonialismo, ma per puro scopo personale.”
E così, sin dalle prime inquadrature nella scenografia virtuale della loro astronave, veniamo a scoprire che gli invasori di turno sono diretti sì verso la Terra, ma per uno scopo alquanto insolito: rapire una coppia di attori famosi sul pianeta d’origine, cioè il nostro, come anche in quel remoto corpo celeste, per via di frequenze televisive intercettate a così grande distanza! E lì si chiarisce anche che lo scopo di tale incursione dovrebbe essere non il classico assoggettamento & conquista, bensì il prelievo dei due “campioni umani” per tentare di risolvere il problema che da un po’ affligge quella società aliena: non provare più, a livello erotico, lo stimolo necessario a riprodursi. Da simili presupposti si sviluppa una trama alquanto effervescente, in cui il tema dell’alien abduction sfocia nel forse prevedibile conflitto con forze di difesa terrestri animate da ben pochi scrupoli, conflitto mediato però tanto da una scienziata con obiettivi diversi da quelli dei militari coi quali collabora, tanto dalla volontà delle due popolarissime star, ormai persuase della necessità di disubbidire agli spietati ordini dell’esercito.

Ovviamente la povertà dei mezzi a tratti si avverte, nella messa in scena, ma tra qualche pittoresco effetto digitale (con tanto di ragni mutanti), una regia sufficientemente dinamica e dialoghi tra divi, alieni e militari che risultano spiritosi al punto giusto, la godibilità del prodotto è assicurata. A tale risultato hanno poi contribuito gli stessi interpreti, dall’affiatata coppia protagonista fino a certi validi comprimari come Diego Pagotto ed Enzo Mazzullo.

Stefano Coccia

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