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Scusate se esisto!

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VOTO: 5

Puoi stare Serena

In Italia la crisi imperante continua a mietere vittime, gli scioperi e le manifestazioni non si contano più sulle dita di una mano e il tasso di disoccupazione ha toccato i massimi storici. Di conseguenza, la gente si vede costretta ad emigrare oltre confine in cerca di quelle opportunità lavorative ed economiche che il Bel Paese non è più in grado di garantire ai suoi connazionali. Così sempre più famiglie o giovani vanno all’estero per rifarsi una vita, ma con la speranza un giorno di ritornare. La cosiddetta fuga di cervelli è un fenomeno che da anni fa parte di questa triste statistica, con grandi menti tricolori che sono andate a tutte le latitudini a prestare le proprie competenze al migliore offerente. La protagonista di Scusate se esisto!, il talentuoso architetto Serena interpretato sullo schermo da Paola Cortellesi, è una di queste. La differenza sta nel fatto che lei, dopo una serie di successi professionali maturati in giro per il mondo, decide di andare controcorrente e di tornare in Italia, rimettendosi in gioco. Del resto, la nostalgia è sempre dietro l’angolo. Le difficoltà non mancano, ma almeno nei film, diversamente dalla realtà, le cose poi si aggiustano.

Con Scusate se esisto!, nelle sale a partire dal 20 novembre con 01 Distribution, Riccardo Milani prova a portare almeno al cinema una spruzzata di ottimismo a buon mercato per lavare via dallo schermo quella condizione drammatica che soffoca sempre di più la quotidianità di milioni di persone. Il regista romano punta sulla positività e sulla speranza, perché si sa la seconda è sempre l’ultima a morire, andando controcorrente proprio come la protagonista della sua nuova fatica cinematografica. Al contrario di moltissimi colleghi che hanno deciso di trattare la materia restituendo il dramma attraverso il dramma stesso, Milani preferisce parlare della condizione attuale con lo strumento dell’ironia, ossia sdrammatizzando. Non è detto che non lo si possa fare, purché con rispetto e attenzione. Elementi che, in questo caso, non mancano. Il regista dosa i toni e le sfumature di una tragi-commedia degli equivoci, come aveva saputo fare in passato con Auguri professore o La guerra degli Antò, ma non con il pessimo Benvenuto Presidente. Ma addosso al suo modo di fare commedia c’è ancora impresso prepotentemente il marchio televisivo della sua esperienza nella serialità delle prime due stagioni di Tutti pazzi per amore (vedi ad esempio le parentesi canterine), del quale sembra non riuscire più a fare a meno (tra gli autori del soggetto c’è anche l’onnipresente Ivan Cotroneo). Qui ha maturato in maniera definitiva quella modalità randomica di lavorare sulle diverse sfumature della commedia che è un ingrediente chiave di un’operazione come Scusate se esisto!. Si ride e con questi chiari di luna è già una bella conquista se si pensa alle recenti commedie made in Italy apparse in questi mesi, in attesa della pioggia di titoli pre e post natalizi di prossima uscita che ci aspetta. Il problema è che si ride solo a sprazzi e quando ciò accade è solo quando lo script e la sua trasposizione ci presentano delle gag divertenti come le due videoconferenze o la reunion con i parenti abruzzesi di Serena; quindi solamente al cospetto di situazioni settorializzate, slegate e indipendenti dal tema centrale della crisi e della ricerca del lavoro.

Il film ci trascina nelle disavventure giornaliere di una donna come tante, ma talentuosa come poche, che non tarda ad avere la sua occasione per farsi e fare del bene (personaggio tipo con il quale la Cortellesi ha già avuto la possibilità di misurarsi in Nessuno mi può giudicare e Sotto una buona stella). Il fatto che come mestiere abbia scelto di fare l’architetto non è un caso, poiché con quella professione metaforicamente e fisicamente può, una volta tornata in Italia, contribuire alla costruzione o al miglioramento della sua vita e di quella degli altri. Non a caso individua nel quartiere degradato e malconcio del Corviale, nella periferia romana, un’occasione per iniziare a farlo. Lungo il cammino che porta al suo sogno incontrerà l’uomo dei suoi sogni, che fa sognare ma solo quelli del suo stesso sesso, vale a dire un ristoratore di nome Francesco interpretato da Raoul Bova. E così nello script confluiscono altri ingredienti drammaturgici che lo destabilizzano, facendo perdere al racconto la bussola e il suo baricentro, ossia i temi dell’omosessualità, dei rapporti e dei legami affettivi, della ricerca dell’identità. Milani e gli altri sceneggiatori optano per  la critica dello stereotipo attraverso l’esasperazione della stereotipo stesso, ma è un’arma a doppio taglio con la quale è facile farsi del male. Ed è quanto succede a Scusate se esisto! e ad altre pellicole che hanno deciso di confrontarsi con i suddetti temi, in particolare con l’omosessualità (vedi Outing).

Francesco Del Grosso 

 

 

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