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Scream

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VOTO: 6

Ancora una volta a Woodsboro

Nota di colore. Non capita spesso che la distribuzione omaggi gli addetti ai lavori, presenti all’anteprima stampa di un film, con oggettistica di rilievo. Nel caso dell’ultimo Scream una confortevole felpa recante l’inconfondibile marchio del film, una solida tazza utile per colazioni prossime venture ed infine un’elegante maschera di Ghostface, ottima per i fan imperterriti ed il Carnevale prossimo venturo. Da ringraziare sentitamente. Un po’ meno gradito l’ultimo gadget previsto nel pacchetto, ovvero il film stesso. Che non è un sequel del quarto capitolo – anche se lo scarto temporale risulta evidente sui volti dei personaggi “veterani” – bensì un vero e proprio reboot, un omaggio genuflesso verso l’inimitabile originale. Un’opera epocale che, sotto la lussuosa egida del binomio Wes Craven (regista)/ Kevin Williamson (sceneggiatore), ha riscritto i codice del genere, sezionandoli e rielaborandoli in maniera magistrale. Lo slasher non sarebbe più stato lo stesso, sospeso tra stupefatta tensione e divertimento cinefilo.
Pretendere dai volenterosi registi Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillet – esperti del genere e già autori del godibilissimo Finché morte non ci separi (2019) – un altro film di tale impatto sarebbe stato, in tutta evidenza, chiedere troppo. Anche perché difficilmente la pigrizia del pubblico contemporaneo, giovane e meno giovane, avrebbe accettato di essere parte attiva di una così estrema operazione metalinguistica, se ci passate il termine. Si è cercato allora di realizzare per l’appunto una sorta di aggiornamento senza pretese, tale da non scontentare i fan della primissima ora (il primo Scream è datato 1996) e venire incontro ai gusti dei giovani contemporanei, ai quali in tutta evidenza è indirizzato il film. Operazione però riuscita a metà. Nel senso che se traspare da ogni sequenza la sincera devozione nei confronti dell’originale – basterebbe ricordare come la mattanza finale si svolga nella medesima casa di quella del lungometraggio primigenio – nondimeno l’insieme assume una dimensione di alta prevedibilità, per quanto probabilmente consapevole.
Al pari di un virus influenzale, nella soleggiata ma poco ridente Woodsboro californiana gli omicidi perpetrati da Ghostface si ripresentano ad ondate temporali. Stavolta le prime a patirne sono le sorelle Carpenter (occhio al cognome, già una dichiarazione d’intenti), Tara e Sam, con la seconda a custodire un segreto famigliare non di poco conto che collega direttamente questa nuova versione allo Scream del 1996. Gli adolescenti della cerchia iniziano a morire in modi fantasiosi, alzando il tasso di cattiveria rispetto agli altri film della saga. Per loro fortuna però la vecchia guardia, impersonata da Sidney Prescott (Neve Campbell), Dale Weathers (Courteney Cox) e Dewey Riley (David Arquette), è più o meno pronta ad intervenire.
Peccato che la sceneggiatura – opera di James Vanderbilt e Guy Busick – non sfrutti a dovere le rughe sui volti (lifting permettendo. E la Cox non ci guadagna…) degli antichi protagonisti. Ben dieci anni sono trascorsi da Scream 4 e le cose sono parecchio cambiate per ognuno di essi. Lasciamo al pubblico il piacere della scoperta; però una maggiore sottolineatura della componente nostalgica non avrebbe guastato. Del resto era previsione piuttosto ovvia che la saga di Scream, tra ironia e giochi di specchi, avrebbe finito con il “cannibalizzare” se stessa, lasciando uno spazio pressoché nullo ad un’eventuale evoluzione dei vari personaggi. E a patire in misura maggiore tale difetto congenito sono soprattutto le motivazioni che spingono agli omicidi, nel caso di Scream 2022 praticamente inconsistenti.
Concludendo alllora questo nuovo Scream è molto vicino ad essere un fan-movie realizzato con tutti i crismi. Tuttavia se il desiderio dell’appassionato era quello di vedere un film che voltasse pagina per aprirne una nuova, ebbene tali aspettative rischiano seriamente di andare deluse. Come in fondo testimonia la sentita dedica allo scomparso Wes Craven nella didascalia finale.

Daniele De Angelis

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