L’India è vicina
Il River to River Florence Indian Film Festival 2018 ha proposto in sei giorni, dal 6 all’11 dicembre, sullo schermo del cinema La Compagnia la bellezza di ventisette pellicole tra prime europee e italiane. 35 gli eventi complessivi in programma tra proiezioni, mostre fotografiche, incontri con i protagonisti, lezioni di cucina ed eventi off. Hanno partecipato ospiti internazionali tra cui Akarsh Khurana, regista che ha presentato la commedia on the road Karwaan e la giovane attrice Taapsee Pannu, protagonista di ben due pellicole al festival, quali Mulk di Anubhav Sinha e Husband Material di Anurag Kashyap.
La 18esima edizione della kermesse toscana, l’unica dedicata interamente alla cinematografia indiana, si è chiusa con delle pellicole significative, un pubblico interessato, tanti ospiti, tematiche diverse e apprezzamenti anche da parte delle istituzioni – spiega Selvaggia Velo, direttrice e ideatrice del festival. Alla fine hanno vinto i film meno commerciali: un cortometraggio sui sogni dei monaci buddisti, un documentario su una bambina che vive in Ladakh e un lungometraggio intenso sul complicato rapporto conflittuale tra hindu e musulmani sul terrorismo e ciò ci fa capire che il pubblico comunque ama e apprezza anche le tematiche di spessore, non solo le commedie o i film leggeri. Ma andiamo a scoprire insieme proprio il palmares, che come ha dichiarato la direttrice della manifestazione ha riservato una serie di piacevoli sorprese.
È Mulk di Anubhav Sinha, legal movie ispirato a un fatto di cronaca sui difficili rapporti di convivenza tra musulmani e hindu, che ruota attorno alle vicende di una famiglia presa di mira dopo un attacco terroristico, ad aggiudicarsi il premio River to River Award come miglior lungometraggio, ritirato nel corso della cerimonia di chiusura dall’attrice protagonista Taapsee Pannu, che ha così ringraziato: «Ricevere questo premio è un meraviglioso finale per concludere il mio viaggio in Italia. Questo è il primo premio che Mulk riceve e vorrei che questo fosse l’inizio di una stagione di premi per questa pellicola». La Pannu interpreta una giovane e coraggiosa donna di nome Aarthi Malhotra Mohammed, l’avvocato hindu che lotta per difendere la causa della famiglia musulmana del marito, accusata di essere coinvolta nel piano di un attacco, presa di mira dalla legge e dall’astio della comunità.
La giuria popolare, composta dal pubblico votante in sala, ha poi assegnato il premio per il miglior documentario a Grandir au Ladakh di Christiane Mordelet e Stanzin Dorjai, storia della piccola Padma, dodicenne che vive insieme alla sorellina in Ladakh, a Gya, piccolo villaggio a 4300 metri sull’altopiano dell’Himalaya, dove gli abitanti hanno strutturato una società di mutuo aiuto dove i bambini crescono costruendo la propria personalità, integrandosi nel mondo adulto grazie agli insegnamenti dei genitori, dei nonni e della scuola, oltre alla pratica e conoscenza della cultura buddista. Mentre per quanto riguarda le produzioni brevi, a vincere il premio per il miglior cortometraggio è stato Everything is Upstream, nel quale il regista Martin Ponferrada attraverso l’animazione porta sullo schermo i sogni di alcuni monaci buddisti.
Francesco Del Grosso
Riepilogo recensioni per sezioni della 18esima edizione del River to River
Film d’apertura
Sir di Rohena Gera
Film di chiusura
Husband Material di Anurag Kashyap
Concorso Lungometraggi
Mulk di Anubhav Sinha
Nude di Ravi Jadhav
T for Taj Mahal di Kireet Khurana
Concorso Documentari
Purdah di Jeremy Guy
Approfondimenti