Dio non vi ama, se non lo temete
Già un anno fa avevamo dato spazio alla riesumazione Midnight Factory di un film a) per anni rimasto inedito nel nostro territorio b) esplorante dei lati più oscuri del fondamentalismo religioso.
Ma i punti di contatto tra The Sacrament e Red State si fermano pressappoco qui, perché l’apparente terzo punto, vale a dire l’avere come base di riflessione fatti e personaggi realmente esistiti, palesa in realtà tutte le differenze di interpretazione tra le due pellicole: se Ti West rimodellò il massacro di Jonestown e il pastore Jim Jones per esplorare quasi un video-saggio circa le possibilità e l’entità del found footage, Kevin Smith, al suo debutto horror, guarda altrove.
Uscito solo ora in Italia dopo 6 anni ma in realtà protagonista di un tornado distributivo sin dall’inizio anche in madrepatria (con una controversa conferenza stampa al Sundance Smith dichiarò che avrebbe autodistribuito il film, rendendolo di fatto seminvedibile nelle sale), Red State non si rifa direttamente a un episodio ben specifico, ma a un nome, quello di Fred Phelps. Morto nel 2014 (quindi dopo l’uscita del film), Phelps fu avvocato ma soprattutto pastore della Westboro Baptist Church, chiesa nota per essere uno dei gruppi d’odio più radicali degli Stati Uniti, inneggianti all’11 settembre e violentemente contro la comunità LGBT e gran parte delle istituzioni, non solo religiose. Tuttora viva, composta da poche decine di membri (di fatto è la famiglia allargata di Phelps), la chiesa “vanta” slogan come “Dio odia i froci” e “Grazie Dio per i soldati morti”.
Chi ha visto il film ha quindi notato quanto poco c’è d’inventato da Smith nel ritrarre la figura del pastore Abin Cooper (interpretato dal purtroppo recentemente scomparso Michael Parks, qui uno dei tre lati del triangolo recitativo che sorregge l’intero film, assieme a John Goodman e Melissa Leo).
Come invece non gli è riuscito nella sua seconda fatica orrorifica, Tusk, Smith ha saputo qui porre sia una riflessione stilistica che contenutistica interessante. Stilistica perché Red State è un horror che si veste di più abiti, spaziando in generi non troppo facilmente conciliabili (teen-movie, dramma sociale, black comedy); contenutistica perché guarda alla religione sotto un’ottica antropologica, vedendola anche in angoli laici.
Con la notevole eccezione dell’agente Keenan (e di Cheyenne, interpretata da Kerry Bishé), tutti i personaggi principali del film sono marionette svuotate di etica, pilotate da ordini superiori o presunti tali, essi siano di ordine religioso o politico, incapaci di agire secondo un credo indipendente. Il male è ovunque perché ovunque è il Dio personale di chi lo porta a compimento. Timorati delle proprie intime convinzioni.
Ma ben lontano dal potersi permettere di invischiarsi in filosofie nichiliste che non sarebbe stato capace di sostenere, Smith usa l’arma che gli è più congeniale, quella della commedia. Va visto in quest’ottica lo stesso finale: il male si demitizza non uccidendolo come concetto astratto, ma denudandolo come sentimento che culla e si manifesta in ogni singolo essere umano. Ecco perché Cooper non può trovare la comoda soluzione della morte: perché dev’essere disinnescato nella sua comprensibilissima e vicinissima umanità, girando a zonzo nella sua cella come un Jake LaMotta ridicolo e farneticante, uno “shut the fuck up” che sa del sarcasmo di Kubrick o Tarantino (quello del finale di The Hateful Eight in particolare): come scrissero una volta i fratelli Dardenne, Dio è morto e allora che si fa? Si lancia le uova all’uomo che non lo sa, ovvio. Perché Dio è l’uomo.
COMMENTO ALL’EDIZIONE BLU RAY MIDNIGHT FACTORY
Purtroppo non c’è granché da dire delle specifiche del blu ray che si può trovare nei negozi grazie a Koch/Midnight Factory: lodata la solita qualità tecnica del film (perdonabili un paio di refusi nei sottotitoli), i contenuti di approfondimento si limitano al trailer e all’immancabile booklet made in Nocturno. Non vi è traccia degli extra presenti nel blu ray statunitense, come making of, scene tagliate, commenti vari, intervista a Parks e discorso tenuto da Smith al Sundance Festival. Guardiamo il bicchiere mezzo pieno e pensiamo di poter finalmente avere, dopo sei anni, un film così interessante nel nostro mercato.
Red State
USA, 2011
Regia di Kevin Smith
Con Michael Parks, John Goodman, Melissa Leo, Kerry Bishé
Aspect Ratio: 1.1:85
BD-50
Durata: 88 minuti
Audio: Italiano – 5.1 DTS HD master audio; Inglese – 5.1 DTS HD master audio
Sottotitoli: Italiano
Extra: Trailer, Booklet con commento critico di Manlio Gomarasca e Davide Pulici, fondatori di Nocturno
Riccardo Nuziale