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Proprio lui?

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VOTO: 5.5

Quello strano fidanzato di mia figlia

Non è un mistero che la commedia statunitense contemporanea targata major preferisca giocare sul sicuro, tra goliardia anche piuttosto spinta e buoni sentimenti. Probabilmente però nel caso di Proprio lui? si è un tantino esagerato, riprendendo di peso lo spunto narrativo che caratterizzava la saga comica “new millenial” iniziata con Ti presento i miei (2000). Del resto è sufficiente scorrere rapidamente i crediti del film per trovare assai poco sorprendenti affinità elettive tra i due film. Il regista John Hamburg, esperto del settore, è stato sceneggiatore dei tre capitoli dedicati all’incontro dello sventurato Greg Fockers con la famiglia Byrnes e viceversa, mentre alla voce produzione di Proprio lui? troviamo niente di meno che Ben Stiller, protagonista assieme ad un divertito Robert De Niro della serie cinematografica appena citata.
Prima problematica da affrontare, per l’appunto, quella della sostituzione della coppia di protagonisti. Un James Franco in versione Spring Breakers (solo nel look, ovviamente) interpreta il ruolo dell’aspirante genero, mentre a “mister Breaking Bad” Bryan Cranston viene affidata la parte del pater familias a dir poco scettico sulle qualità del fidanzato della rispettiva pargola. Pur non raggiungendo le vette della coppia ispiratrice, il gioco d’attori funziona abbastanza. Anche per merito del ribaltamento di prospettiva dei due personaggi, dei quali lo script mette a nudo – sia in senso metaforico che letterale – sin da subito punti di forza e debolezze. Rapporto che invece era giocoforza sbilanciato, a favore di “papà” De Niro, nell’ambito del modello ispiratore. Purtroppo però la bilancia della comicità non pende a favore di questo nuovo progetto, sin troppo parco di situazioni davvero originali. Un James Franco dalla sessualità compulsiva da contrapporre alla conservatorismo morigerato del personaggio di Cranston – il quale comunque gioca sagacemente con la propria maschera “preconfezionata” da duro – non pare evidentemente la trovata innovativa del secolo; mentre l’idea di rendere la magione – di proprietà del personaggio di Franco, milionario in quanto geniale progettista di videogame – che ospita la tradizionalista famiglia Fleming una sorta di prontuario hi-tech dagli optional per loro incomprensibili (vedere le reiterate sedute sul water di “ultima generazione”) risulta non abbastanza efficace in quanto a situazioni divertenti, rinvigorendo la sensazione di dèjà-vu che alberga nello spettatore. A quel punto, per creare qualcosa di minimamente originale, non resta che provare a spingere a fondo sul pedale del doppio senso, strada assai rischiosa se ci si vuole comunque tenere lontani dalle delizie del trash più sublime per acchiappare quanto più pubblico possibile. Il risultato è dunque il consueto oggetto cinematografico piuttosto insapore, che divertirà (a sprazzi) una platea senza troppe pretese mentre annoierà abbastanza coloro alla ricerca di quella demenzialità che, in un passato ormai sin troppo remoto, ha fatto grande la commedia a stelle e strisce sotto l’egida di numi tutelari quali John Landis o il trio composto dai fratelli David e Jerry Zucker e Jim Abrahams. Lo spirito che anima Proprio lui? potrebbe anche ricordare gli antichi fasti, ma il risultato lascia parecchia nostalgia verso chi quei tempi li ha, cinematograficamente, vissuti. E di satira sociale da esternare attraverso la parodia, ovviamente, nemmeno a parlarne.
A risollevare un po’ le sorti dell’insieme il consueto finale in cavalleria con relativa, folgorante apparizione dei leggendari Kiss, con Gene Simmons e Paul Stanley a riciclare spiritosamente se stessi come menestrelli in un party sì di mancato matrimonio ma foriero di nuovi auspici sia per i due piccioncini che per i futuri successi imprenditoriali dei personaggi interpretati da Franco e Cranston, finalmente in grado di trovare un’intesa nel sacro nome del dollaro sonante.
Sono i tempi che cambiano, non c’è nulla da fare…

Daniele De Angelis

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