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Pop Corn – Festival del Corto 2022: i premi

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Il palmares della quinta edizione della kermesse toscana

È stato Big, storia agrodolce di riscatto e libertà firmata dal regista romano Daniele Pini, ad aggiudicarsi il Premio Raffaella Carrà al 5° Pop Corn – Festival del Corto, l’evento internazionale dedicato alla cinematografia breve che si è concluso ieri a Porto Santo Stefano, sul promontorio dell’Argentario (Gr). In una serata condotta dall’attore Andrea Dianetti e ricca di ricordi e omaggi per la cantante, ballerina, attrice e conduttrice televisiva – grande amante del territorio oltre che musa e affezionata sostenitrice del festival, tanto da istituirvi un riconoscimento a suo nome – la giuria presieduta da Federico Moccia e composta da Marco Spoletini, Manuela Rima, Carlo Griseri e Stefano Giovani ha assegnato i premi del festival. Il riconoscimento voluto dalla Carrà, del valore di 4000€, è stato consegnato sul palcoscenico di Piazzale dei Rioni dal compagno di una vita Sergio Japino. Hanno detto i giurati: “Quest’opera sarebbe piaciuta molto a Raffaella, per il suo essere fuori dalle righe. È un lavoro doloroso, dove la protagonista soffre giorno dopo giorno ma alla fine riesce a prendersi una rivincita a sorpresa. Un impianto lineare dato dalla quotidianità ma anche dalla continua speranza per un futuro diverso, che alla fine arriva: è questo quello che Raffaella ha sempre immaginato per i giovani”. Al centro del film c’è Matilde, che vive con il nonno odioso e malvagio in un’angusta casa sul mare. Per guadagnare qualcosa scandaglia la spiaggia col metal detector alla ricerca di oggetti di valore, finché non trova qualcosa con il potere di cambiare la sua vita.

Il premio al Miglior Cortometraggio nella sezione Corti d’autore, del valore di 1000€, insieme al Premio Panalight ammontante a 5000€ per il noleggio di attrezzature, è andato a Ofelia di Pierfrancesco Bigazzi con la seguente motivazione: “Un film necessariamente semplice, delicatamente intimo. Questa è la straordinaria forza del racconto di Ofelia, che ci riporta all’essenzialità della vita”; mentre per la sezione Opere prime il vincitore è U figghiu di Saverio Tavano, che si aggiudica anche il Premio Panalight per il noleggio di attrezzature corrispondente a 3000€: “Con un uso sapiente della grammatica delle immagini, privilegiando primi e primissimi piani, il film è capace di immergerci in un mondo antropologico-culturale in cui fede e tradizioni popolari vivono l’irruzione di un dramma familiare. Simbologia e immagini si mescolano ininterrottamente e, grazie ad una grandiosa interpretazione dei tre attori, ci trasportano da un esordio cristologico e passionale ad una soluzione pacifica, affidata alla figura redentiva di una donna-madre -madonna sorridente” – commentano i giurati.

Due le menzioni speciali: una a Notte Romana di Valerio Ferrara, “per la capacità di fondare la storia su uno spiazzamento emotivo che dura per tutto per tutto l’arco narrativo, lasciando lo spettatore sospeso in un finale aperto e pieno di emozioni”, e l’altra a Roy di Tom Berkerley e Ross White, “perché racconta la voglia di non arrendersi mai e di rimettersi sempre in gioco, e anche perché i legami possono nascere nel modo più inatteso”.

Il Premio Commissione Pari Opportunità del Comune di Monte Argentario a Warsha di Dania Bdeir con la seguente motivazione: “il tema della repressione sessuale, caro alla Commissione Pari Opportunità, è trattato nel film con delicatezza e profonda riflessione. Il protagonista Mohammad è prigioniero degli stereotipi sociali che gli impediscono di essere se stesso e vivere il suo sogno. Solo sfidando il destino troverà la sua libertà, lasciando volare la sua anima in un cielo luminoso e colorato”. Infine, la giuria popolare ha scelto di assegnare il Premio del pubblico a Ofelia commentando: “un corto che riesce in pochi minuti a far riflettere in maniera profonda sulla parte finale del cammino della vita, unendo sotto un unico delicato filo conduttore carico di emozioni i semplici gesti quotidiani della protagonista, i suoi sguardi stanchi ma intensi e alcuni brevi dialoghi ricchi di significato. Un cortometraggio che lascia un segno, perché fa guardare indietro e in avanti, mischiando nel presente, che è l’unico tempo che ci appartiene veramente, certezze e incertezze. Ci piace pensare che la scomparsa lenta ma inesorabile della memoria dovuta all’avanzare dell’età altro non serva che a preparare la via per nuovi luoghi, dove ognuno di noi si potrà riprendere tutte le proprie esperienze e le proprie emozioni anche lontane, non come spettatore della propria vita ma sentendole addosso come nell’attimo esatto in cui le ha vissute”.

È stata un’edizione emozionante – dice la direttrice del festival Francesca Castriconi – sia per i corti in concorso, tutti bellissimi, che hanno affrontato in maniera magnifica il tema proposto, ovvero “Legàmi, connessioni senza tempo”, sia per tutto ciò che ha ruotato intorno al festival, le persone e gli incontri che abbiamo fatto, le nuove relazioni che si sono create e non ultima la comunicazione col pubblico, che è stata in crescita. Abbiamo avuto grande e rinnovata partecipazione da parte degli spettatori, e questo ci rende felici e ci prepara a una nuova edizione ancora più ricca”.

La Redazione

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