Solidarietà itinerante
Nell’ampio menu della sezione “Visti da vicino“, fiore all’occhiello anche di questo 41° Bergamo Film Meeting (come dei precedenti) per tutto quanto concerne il cosiddetto “cinema del reale”, gli approcci documentaristici più o meno ortodossi, le poetiche maggiormente legate alla ricerca e alla sperimentazione, non sono mancate certo opere che a tali valori sommano quelli del lavoro, dell’integrazione, della giustizia sociale.
Non ci sorprende pertanto che dalla GIURIA CGIL “LA SORTIE DE L’USINE” sia giunto un premio per Pongo Calling di Tomáš Kratochvíl, con la seguente motivazione: «Dal suo furgone, utilizzando i social media, Stefan Pongo diffonde, rendendolo virale, il proprio messaggio politico che ha come oggetto la dignità del lavoro, attraverso la quale raggiungere il riscatto sociale mettendo al centro il tema dell’immigrazione, dell’integrazione e quindi dell’antirazzismo per la popolazione ROM. La battaglia e l’impegno di Pongo per il raggiungimento di questi obiettivi per la propria comunità rappresentano un esempio da perseguire per tutti noi affinché le istanze rappresentate nel film diventino patrimonio dell’umanità tutta».
Tale riconoscimento è diventato anche, malauguratamente, un tributo alla memoria del protagonista, giacché in prossimità dei titoli di coda si viene a sapere che verso la fine delle riprese costui è venuto a mancare, appena cinquantenne, per il sopraggiungere di una malattia.
Tutto ciò naturalmente non fa che accrescere l’alone di affetto e di simpatia per tale personaggio: Štefan Pongo, camionista e capofamiglia Rom emigrato nel Regno Unito da un paesino della Repubblica Ceca, si è infatti speso negli ultimi anni della sua vita per contrastare mediaticamente le dichiarazioni poco opportune di qualche politico nei confronti della propria etnia, per cementare attraverso nuove organizzazioni no profit la solidarietà tra i Rom cechi e slovacchi, per portare aiuti concreti proprio in quegli insediamenti poveri della Slovacchia, laddove la videocamera non può far altro che testimoniare un degrado estremo, uno stato di abbandono pressoché totale da parte delle istituzioni.
Bravo del resto il regista, Tomáš Kratochvíl, a seguire il percorso del protagonista valorizzandone il versante umano, ad esempio il rapporto bello ma non privo di tensioni dialettiche con il resto della famiglia, illustrando al contempo efficacemente i meccanismi solidali posti in atto grazie al suo instancabile impegno. Con in più qualche osservazione niente affatto banale sul ruolo di arma a doppio taglio dei nuovi canali di comunicazione (e di interazione sociale), come Facebook, utili magari sul momento a promuovere qualche lodevole iniziativa, ma pronti anche a fagocitare la vita privata del protagonista o a lusingare l’ego dall’ “hater” di turno.
Stefano Coccia