Fantacoscienza italiana
L’avevamo già apprezzato all’ultima edizione del Trieste Science + Fiction Festival, dove è stato presentato in anteprima mondiale, ma rivederlo in competizione alla 42ma edizione del Fantafestival, ci ha dato modo di annotare positivamente ulteriori particolari; festival in cui il fantascientifico Pluto di Ivan Saudelli, ha altresì vinto il famoso Pipistrello d’Argento per il miglior cortometraggio italiano.
Ambientato a Taranto e dintorni, Pluto, nome di disneyana memoria, è un cortometraggio interamente italiano; prodotto infatti dalla casa di produzione tarantina Clickom, annovera, oltre allo stesso regista, ed agli attori Silvio Gullì, Claudio Spadaro e Deborah De Tommaso, diversi pugliesi nei credits, dallo scenografo Vito Zito, alla costumista Lilian Indraccolo e all’autore delle musiche Mirko Maria Matera. Italiano, ma dal respiro internazionale; il plot richiama infatti quella fantascienza che siamo adusi a vedere nel cinema proveniente da oltreoceano, trattato qui con eguale professionalità ma una nostrana sensibilità mediterranea. Ambientato in un mondo distopico in cui la sicurezza è affidata alla multinazionale Sokolov, che fa volare droni e impianta microchip sottocutanei, il cortometraggio di Saudelli inizia sfiorando un tasto delicato per l’arte italiana: la difficoltà per il protagonista, musicista che si guadagna da vivere suonando nei locali, di essere rispettato in quanto tale. Non è una novità, infatti, che nel nostro Paese scegliere una carriera artistica (che sia quella di attore, comico, musicista, cantante o giocoliere, per citarne alcune) equivale spesso a non venir considerata come un reale lavoro, ‘di cui poter vivere’. È il caso del protagonista Igor, in certo senso costretto a lasciare la musica per prendersi cura della figlia che sta per nascere. Ma è un inciso, che dona anima e poesia ad un plot che segue altre vie; ritroviamo il protagonista anni dopo, con in mano il suo vecchio strumento, contattato dal capo della multinazionale della sicurezza, l’ambiguo Viktor (interpretato dall’eclettico Gianmarco Tognazzi), che ha con l’ignaro Igor un conto in sospeso.
La perdita come fulcro, che sia di una passione o della vita, di un amore o di un figlio; vendetta, sensi di colpa, espiazione, sacrificio, la circondano divenendo i temi principali di Pluto, che Saudelli affronta con delicata raffinatezza, mentre si dipana il racconto nella cornice di una spiaggia pugliese e la poesia della musica avvolge ogni cosa.
Michela Aloisi