Doveroso tributo
Prima di cominciare a parlare del film di cui abbiamo preso visione, è giusto sottolineare che l’autore di questa recensione ha avuto la fortuna di poter ammirare dal vivo una performance di Lucio Dalla al Teatro Argentina. All’epoca non sapeva chi stava vedendo, salvo poi capirlo quando le canzoni dell’autore bolognese hanno cominciato a circolare tra radio e internet per varie ricorrenze.
Lucio Dalla è un uomo che ha saputo fare breccia nel cuore degli italiani grazie soprattutto alla sua semplicità, e questo fatto non manca di venire rimarcato all’interno della pellicola diretta da Pietro Marcello. Il regista dell’acclamatissimo Martin Eden, si è sentito in dovere di realizzare questo lungometraggio per onorare la memoria di un uomo che forse è stato fin troppo dimenticato a seguito della sua tragica scomparsa. Da quando infatti Dalla non c’è più, di lui restano le sue canzoni sì, ma le storie, le immagini e la sua personalità sembrano svanite nel nulla. Marcello costruisce Per Lucio, sfruttando immagini d’archivio prese dalle teche Rai, dalla Cineteca di Bologna e dall’Istituto Luce, lasciando che venissero accompagnate dalle sue canzoni in sottofondo. Lo stesso regista, a inizio proiezione, spiega in un breve messaggio come abbia cercato di riportare sul grande schermo le tracce di maggior successo del cantautore bolognese. Il film inizia con una visita sulla tomba dell’artista da parte del suo storico manager Umberto Righi, detto Tobia, il quale inizia a raccontare il fatidico incontro tra i due e la scalata al successo tra mille difficoltà. Dalle parole dell’agente del cantante emiliano romagnolo, si evince come Dalla sia stato una di quelle personalità che ha conosciuto la povertà vera prima del successo. Fattore, quest’ultimo, che gli ha consentito di restare umile e disponibile con la gente anche quando ormai si era affermato.
Rivivendo parallelamente la storia del nostro paese, citando eventi importanti che hanno ispirato le canzoni di Dalla, come la Mille Miglia, l’attentato del 1980 alla stazione di Bologna e la famosa conferenza stampa sulla Fiat dell’Avvocato Agnelli, Marcello costruisce un lungometraggio umanamente forte e accurato. La testimonianza si arricchisce poi anche di quella di Stefano Bonaga, storico amico d’infanzia di Dalla a cui è rimasto sempre legato negli anni. Tramite questa conversazione tra i due personaggi, si riesce a percepire l’uomo che era Lucio Dalla, non solo per quello che la gente vedeva ma soprattutto per quello che si celava al suo interno. Sofferenza e dolore hanno purtroppo accompagnato spesso l’artista per tutto il corso della sua esistenza; sentimenti che lui riusciva ad affrontare e a marginare grazie alla sua anima giovane dalla quale non ha mai voluto separarsi. La sensazione che si ha, guardando Per Lucio di Pietro Marcello, è quella di aver trovato un regista fan con l’obiettivo imposto di onorare la memoria di uno dei suoi idoli. L’autore casertano casertano riesce nell’intento con un documentario molto profondo e molto toccante.
Stefano Berardo