All’inseguimento degli zombie verdi
Il nuovo successo del coreano Sang-ho Yeon travolge e diverte; ambientato nell’universo post Busan, Peninsula (visionato durante la 20ma edizione del Trieste Science + Fiction Festival) è un perfetto incastro tra un adrenalinico zombie movie e un Fast and Furious alla coreana. Meno intimista dell’iconico Train to Busan ma non esente da momenti di commovente sentimentalismo e dall’espiazione di sensi di colpa mai sopiti, Peninsula sfiora senza approfondire temi più ampi quali la critica verso la società cinese e la situazione degli immigrati coreani ad Hong Kong o i difficili rapporti con la Corea del Nord, per dare ampio spazio all’azione ed all’adrenalina. In questo senso ha l’appeal di un action movie statunitense, sebbene siano evidenti i riferimenti all’australiano Mad Max Oltre la sfera del tuono.
Il protagonista, l’ex militare Jung-seok (un intenso Gang Dong-won), fuggito dalla Corea al tempo di Busan ed ora rifugiato ad Hong Kong con il cognato ed altri sopravvissuti, per emergere dalla vita misera cui è ridotto accetta di imbarcarsi nuovamente per la Peninsula in una missione all’apparenza facile. Si ritroverà in una Corea post apocalittica dominata da zombie e da gang criminali, che fanno combattere nell’arena prigionieri vivi contro gli zombie stessi. Persi i compagni, salvato da una famiglia di sopravvissuti ribelli, fuggiti dall’avamposto della gang criminale al comando del Capitano Seo, ingaggerà una corsa contro il tempo per portare a termine la missione e tornare ad Hong Kong insieme ai suoi salvatori. Una corsa nel senso letterale del temine: sarà infatti l’inseguimento automobilistico più surreale ed incredibile nella storia del cinema coreano a portare i protagonisti versi la salvezza. Forse.
Michela Aloisi