Civilizzazioni galattiche
Buone notizie dal Concorso Cortometraggi dell’Indiecinema Film Festival: qualche giovane regista italiano è ancora interessato a fare film di fantascienza. Pure con una certa bravura. Il corto di Matteo Scarfò, Pale Blue Dot: a Tale of Two Stargazers, si è già distinto a dire il vero in diverse rassegne dedicate alla Science Fiction, anche in virtù dei suoi tratti così peculiari. Difficile infatti trovare una mini space opera con elementi tanto plausibili, genuini. Sin dalle prime scene della navicella in avaria, passando poi per l’esplorazione di un territorio alieno, almeno rispetto alle conoscenze della protagonista, per chiudere ghiottamente con lo spaccato di un ambizioso e ingordo potentato galattico anticipato per tutto il tempo da ologrammi alla Star Wars, pur omaggiando parecchi classici di tale genere l’agile racconto cinematografico si avvale di una messinscena curata e di interpreti credibili, trovando strada facendo una sua fisionomia riconoscibile.
C’è da sperare che un’operazione così abbia un seguito. Di fatto Pale Blue Dot: a Tale of Two Stargazers riesce ad affrescare un’odissea spaziale affascinante, molto attuale, che configura la colonizzazione di altri mondi da parte della razza umana quale possibilità non priva di contraddizioni, dovute allo sfruttamento indiscriminato delle risorse naturali e all’affermarsi di regimi dispotici. Con la stimolante introduzione di un elemento robotico, la classica Intelligenza Artificiale divenuta senziente, quale custode di valori andati perduti.
Ottimo il lavoro su costumi, make-up dei personaggi e set naturali impervi, naturalisticamente suggestivi. Ma positiva, da parte di Matteo Scarfò, è stata pure la scelta degli interpreti. Dall’intensa e combattiva protagonista Valeria Belardelli al suo contraltare “solo in parte umano” Alessandro Damerini, passando per le algide, imperiose apparizioni di Francesca La Scala ed Enzo de Liguoro.
Giancarlo Marmitta