L’unica soluzione possibile
Gli addetti ai lavori e gli abituali frequentatori del circuito festivaliero internazionale ricorderanno di certo Ahmad Alyaseer e la sua prima e al momento unica opera per il grande schermo dal titolo When Time Becomes a Woman, che oltre a portare a casa una serie di riconoscimenti dalle numerose kermesse in giro per il mondo alle quali prese parte nel biennio 2012-2013, convinse per la capacità di mescolare senza soluzione di continuità il dramma con generi come la fantascienza e il thriller. La cosa in sé non dovrebbe sorprendere più di tanto, poiché si tratta di una pratica di ibridazione ormai piuttosto diffusa alle diverse latitudini se non fosse che a proporcela è stato un regista appartenente a una cinematografia, quella Giordana, nella quale è rarissimo incontrare Sci-Fi sperimentali come il film in questione. Il solo fatto di esserci riuscito aumenta il dispiacere che non abbia avuto ulteriori possibilità per dimostrare che quello non era stato un caso, ma che si trattasse della spia di un talento al quale produttori lungimiranti avrebbero dovuto dare continuità e ulteriori opportunità. Opportunità che sono arrivate invece dalla televisione, dove nel decennio successivo il regista di Amman ha lavorato a molte serie tra cui Click e Weapon Without Murder.
Ci ha fatto dunque un grandissimo piacere ritrovare lui e il suo cinema in quel di Trieste nel corso dello ShorTS International Film Festival, la kermesse giuliana che ha ospitato l’anteprima italiana del suo cortometraggio Our Males and Females nel concorso della sezione “Maremetraggio” della 24esima edizione. Nel frattempo di anni ne sono trascorsi undici, ma il suo talento pare essere rimasto intatto, non scalfito e appiattito dalla lunga militanza nel campo televisivo. Questa sua nuova fatica dietro la macchina da presa, seppur nel formato breve e circoscritta alla sfera del dramma puro senza contaminazione di nessun tipo, ha fatto riaffiorare nella nostra mente quanto di buono Alyaseer aveva messo in mostra tempo addietro con la pellicola d’esordio. Nei dieci minuti circa a disposizione ritroviamo la scrittura solida, l’attenzione rivolta al percorso emotivo dei personaggi, oltre al rigore formare e alla capacità di sintetizzare attraverso le immagini contenuti e tematiche dal peso specifico rilevante. Quest’ultime sono in questo caso particolarmente complesse, ma l’autore non si è tirato indietro, al contrario se n’è fatto carico, trasformandole nella materia prima e viva attraverso la quale ha alimentato, dato forma e sostanza al racconto intenso, potente e toccante al centro del cortometraggio.
Our Males and Females è un affresco toccante e al contempo spietato per la sua durezza che parte da un dramma familiare legato alla perdita di un figlio per poi aprirsi ai temi dell’identità e delle convenzioni sociali e religiose. La vicenda narrata da Alyaseer ci mostra in maniera chiara e senza filtri come tali aspetti possano entrare in conflitto e inesorabilmente in rotta di collisione, diventando un magma incandescente da un punto di vista narrativo e drammaturgico. Vediamo un padre e una madre alle prese con il doloroso momento di lavaggio e copertura del corpo della loro deceduta figlia trasgender. Coprire il corpo con un velo bianco è una pratica religiosa islamica che è obbligatorio eseguire dopo la morte. Ma in questo caso nessuno vuole occuparsene per evidenti motivi e la domanda intorno alla quale si regge e ruota l’intero plot e la sua risoluzione diventa una e una soltanto: fino a che punto è disposto a spingersi il padre per assicurarsi che suo “figlio” venga lavato? La risposta e l’ardua sentenza ovviamente le lasciamo alla visione di un’opera che segue e si snoda lungo la ricerca di una soluzione estrema al problema, che alla pari delle dinamiche che la precedono non può lasciare indifferente lo spettatore di turno. La timeline si trasforma metaforicamente in un campo di battaglia dove si combatte una guerra senza armi, dove in ballo c’è tanto, un tanto che farà male ai personaggi quanto a chi è seduto dall’altra parte dello schermo. Our Males and Females sottopone entrambe le parti a un concentrato di emozioni cangianti difficile da metabolizzare senza rimanerne travolti.
Francesco Del Grosso