Tante forme, tante interpretazioni
Il mondo dell’arte è sempre stato assai variegato; personalità diverse, con ruoli diversi e diversi percorsi: i quali perseguono obbiettivi diversi. Una vera babele, ed è questo probabilmente uno dei motivi che lo rendono tanto affascinante ed attraente. C’è sempre qualcosa di nuovo da scoprire, qualche nuova personalità. Tra le figure più eccentriche rispetto alla corrente principale del mondo dell’arte ed interessanti possiamo sicuramente annoverare Antonio Lucifero. Artista colto di forte personalità, con questo suo cortometraggio Now, presentato nell’ambito di Indiecinema Film Festival 2021, porta avanti il suo percorso di esplorazione delle possibilità espressive concesse dall’audiovisivo dando vita ad un’opera sincretica che mescola testo, video, fotografia, voce. In un’atmosfera tra il surreale ed il grottesco Lucifero mette in scena quattro scene tratte dal Riccardo III di William Shakespeare. La forma che ci troviamo davanti, e che potremmo definire come un pastiche, dimostra fin da subito un intento parodico il cui obbiettivo non è tuttavia immediatamente individuabile. A prestare corpo al bizzarro protagonista di questo scherzo audiovisivo è il collega di Lucifero, o, come meglio ci pare definirlo, compare, Lurre.
L’autore ed il suo protagonista giocano, è proprio il caso di dirlo, con il testo ed il personaggio, senza mettere in scena una vera e propria trama, altresì componendo un pezzo di virtuosismo video-artistico che non manca di colpire lo spettatore, il quale non può fare a meno di chiedersi che cosa sta guardando e, se saggio, decidere di lasciare da parte prurigini da critico dilettante per abbandonarsi al flusso di immagini e voci divertendosi così insieme ad autore ed interprete.
Epperò, a non volere semplicemente abdicare ad ogni spirito di interpretazione e cullarsi nella falsa consapevolezza che modo e messaggio coincidano, si può vedere nella filigrana dell’opera un intento ben preciso: la parodia di cui già si è detto. Viene però da chiedersi verso chi o cosa essa sia diretta, sì perché la parodia difficilmente è fine a sé stessa. Molto facile che sia la veste scelta per satireggiare un qualcuno od un qualcosa. E dunque, applicando i principi di analisi razionale messi a punto dallo scrittore Conan Doyle, iniziamo a riflettere su chi sia il bersaglio di questa parodia.
Il primo sospettato è il teatro alto, ma ci sembra poco probabile. Ma forse non siamo lontani dalla realtà. Tenendo fermo che non è il testo shakespeariano ad essere preso in giro, possiamo comunque ritenere che resti in quell’ambito il bersaglio designato. Potrebbe essere l’interprete. Ci sembra ragionevole pensare che sia per il suo atteggiamento. Sì certo, è l’atteggiamento da trombone tonitruante che pare proprio essere preso in giro. L’obbiettivo è mettere alla berlina l’ego smisurato dell’interprete, il quale finisce per portare al grottesco ed apparire ridicolo e parodistico quanto più è invece convinto di primeggiare. Ben giocata Lucifero.
Luca Bovio
Il cortometraggio è disponibile per la visione sulla piattaforma IndieCinema