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Natale da chef

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VOTO: 4.5

Questa volta siamo in cucina

Come ogni Natale che si rispetti, anche quest’anno vedremo approdare nelle nostre sale un copioso numero di cinepanettoni. Ma, di fatto, quali prodotti possono essere classificati di diritto con il termine “cinepanettone”? Spesso, erroneamente, si tende a raggruppare l’enorme quantità di commedie italiane in uscita tra novembre e dicembre all’interno di questa categoria. Eppure, il cinepanettone in senso puro, di fatto fa la sua comparsa in sala soltanto una, massimo due volte l’anno. È questo, solitamente, un film senza troppe pretese, con una scuderia di attori collaudata nel corso degli anni e che, al fine di far divertire lo spettatore, si affida a battute e gag non troppo studiate, con, spesso e volentieri, anche una certa dose di volgarità. Non per ultima, l’ambientazione durante il periodo delle feste, o nei giorni immediatamente precedenti ad esso, è d’obbligo. Se guardiamo a questi criteri, immediatamente ci vengono in mente nomi di registi che hanno dedicato gran parte della loro carriera alla realizzazione di tali prodotti. Due di loro sono, ovviamente, i fratelli Carlo ed Enrico Vanzina, mentre l’altro grande nome del campo, che, probabilmente, può essere considerato un “cinepanettonista” più puro rispetto ai sopracitati colleghi è Neri Parenti. Ed ecco che anche quest’anno il celebre cineasta fiorentino ha ben pensato di regalarci un altro dei suoi lungometraggi, cavalcando, questa volta, l’ondata del successo dei programmi di cucina ed ambientando il tutto all’interno di un hotel di lusso, dove due squadre stanno per essere sottoposte al giudizio di una giuria d’eccezione alla quale spetterà il compito di scegliere chi dovrà occuparsi della ristorazione durante il vicino G7. Il film in questione si intitola Natale da chef e racconta, dunque, le disavventure di una sgangherata squadra di cuochi, capitanata dal maldestro Gualtiero Saporito (impersonato da Massimo Boldi), che viene assunta da un ristoratore in bancarotta, il quale, secondo precedenti accordi con il suo rivale all’interno della competizione, è costretto a perdere la sfida se vuol vedere quest’ultimo saldare tutti i suoi numerosi debiti. Peccato, però, che la suddetta squadra di chef sia convinta di essere stata scelta per i propri meriti e, di conseguenza, faccia di tutto per superare le selezioni.
E così, tra una gag e l’altra, tra un malinteso e l’altro, si sviluppa la storia di un Natale da chef che, da un lato, tanto sta a ricordare, per certi versi, i precedenti lavori dello stesso Parenti, ma che, dall’altro, sembra questa volta prendere una piega leggermente diversa, tirando in ballo importanti personalità politiche italiane ed estere, senza paura di ridicolizzare i governanti di ogni paese. Ed è proprio questo, forse, l’elemento più interessante all’interno di un lungometraggio che, altrimenti, finirebbe per confondersi nella grande quantità di prodotti del genere. Questo fattore – insieme alla presenza della grande Milena Vukotic nel ruolo di un’ignara vedova che, a causa di un malinteso, viene corteggiata da tutto l’hotel – sta a regalare al tutto un valore aggiunto. Segno che, pur nel rappresentare ogni anno lo stesso film, paradossalmente si finisce per essere quasi al passo con i tempi, mettendo in scena, a proprio modo, anche una velata satira politica. Detto questo, purtroppo il lavoro resta quello che è: una commediola senza troppe pretese che si lascia prendere eccessivamente la mano dal triviale, ma che, nella sua ingenuità – perché, in fin dei conti, è proprio di ingenuità che si parla – fa quasi tenerezza. Arrivederci al prossimo anno!

Marina Pavido

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