Sony e Marvel fanno un passo falso con le avventure vampiresche
La Sony insiste nella sua esplorazione dell’universo Marvel dopo gli incredibili successi di Spider-Man No Way Home. Stavolta arruola Jared Leto nella parte di Michael Morbius, un vampiresco antieroe che terrorizza l’America, lasciando aperta la porta ad un progetto narrativo molto più ampio. Ma andiamo con ordine: in un istituto greco vengono ospitati ragazzi piagati da malattie ematiche. Due di questi fanno rapidamente amicizia: Milo e Michael. Quest’ultimo, visto il suo notevole quoziente intellettivo, viene mandato a New York dal professor Nicholas, in un istituto dove poter sviluppare pienamente le sue capacità. In terra americana il ragazzo fornisce incredibile prova di sé, arrivando a conseguire giovanissimo il premio Nobel, che però rifiuta. In realtà, nonostante i successi, continua a sfuggirgli il vero obiettivo che insegue, ovvero una cura definitiva per la malattia sua e di tante altre persone. La soluzione pare arrivare dall’idea (ovviamente illegale e moralmente discutibile) di mischiare il gene umano con quello dei pipistrelli vampiro, uniche creature in grado di nutrirsi di sangue. L’esperimento segreto, finanziato dal ricchissimo Milo (interpretato da Matt Smith), che ormai è sul punto di morire, si svolge a bordo di una nave in acque internazionali e vede partecipare anche la collaboratrice che da anni segue il brillante medico, Martine Bancroft (Adria Arjona). Il risultato è disastroso: Michael infatti, convinto della bontà dei risultati ottenuti con i topi, prova su di sé l’antidoto, ma questo lo tramuta in un orrendo mostro che compie un massacro a bordo dell’imbarcazione. Naturalmente, questo attira l’attenzione dell’FBI che, di lì a poco, si metterà sulle tracce di Morbius. Come se non bastasse, Michael deve vedersela con l’ostilità di Milo, meno spaventato dagli effetti collaterali del siero, e con una inquietante serie di omicidi che cominciano a insanguinare le strade newyorkes, efferati crimini che hanno tutta l’aria di essere compiuti da un vampiro. E’ l’inizio di una settimana rosso sangue per la Grande Mela.
Daniel Espinosa è un regista avvezzo a pellicole horror e indagini avvolte da inquietanti misteri, visti i precedenti Child 44 (2015) e Life (2017), e l’abilità nel girare si vede. Nonostante una rielaborazione estremamente azzardata, che del fumetto originale mantiene solo i nomi dei protagonisti e i poteri ottenuti, il racconto comincia col piede giusto. La fotografia tetra, la figura dapprima gracile e malaticcia di Jared Leto, il cui aspetto richiama moltissimo il Bram Stoker’s Dracula di Coppola del 1992, i dettagli macabri o più sanguinolenti, sono tutti elementi tipici della cinematografia orrorifica. La ricerca maniacale di un siero curativo, la genialità mista a incoscienza, ricordano facilmente gli “scienziati folli” che già dall’epoca vittoriana popolano racconti spaventosi. Purtroppo, dopo questa interessante prima parte, Morbius scivola in qualcosa di completamente diverso, scadendo con il passare dei minuti. Aldilà della rivelazione su chi sia il vero assassino in circolazione, davvero prevedibile, vengono abbandonate le atmosfere oscure per virare su una lunga e noiosa scazzottata, con alcuni passaggi nella sceneggiatura che fanno alzare più di un sopracciglio. I poteri di Morbius e del suo avversario sembrano essere sempre più forti nel volgere di un paio di giorni, fino a toccare vette implausibili perfino per un prodotto che arriva dal mondo dei fumetti: possibile che l’udito si sia affinato tanto da distinguere un sussurro dell’amata Martine a distanza di chilometri, tra decine di migliaia di persone? Va bene che i vampiri sono molto forti rispetto a un umano, ma possibile che qui i contendenti volino per i grattacieli sfondando muri, bucando strade e atterrando anche da cinquanta piani di altezza? La perdita di coerenza significa che sullo schermo, a un certo punto, non ci sono più due vampiri ma due Incredibili Hulk che se le danno di santa ragione. E poco altro. Un pedante duello girato in modo incredibilmente confusionario, tra fumi colorati, ralenty messi un po’ a casaccio e la sensazione di assistere a un qualcosa pensato per la televisione degli anni ‘90. A questo aggiungiamo che quando è il momento di fare il conto delle perdite, l’impatto emotivo per la morte di qualcuno è pari zero, tanto è superficiale la caratterizzazione dei personaggi di contorno. Peccato, si era partiti bene e le potenzialità c’erano tutte. Se però vogliamo fidarci dell’ormai clessica sequenza dopo i titoli finali, Jared Leto dovrebbe tornare nei panni di Morbius recuperando, si spera, il fascino perduto.
Massimo Brigandì