Quando allo streaming si aggiunge la sala
Un bilancio decisamente positivo per il Mescalito Biopic Fest, che dopo aver debuttato in streaming nel 2020 si è fatto coraggio ed è voluto uscire a prendere aria: l’aria di uno dei più famosi parchi romani, peraltro, visto che la versione in presenza della giovanissima kermesse si è svolta in una location prestigiosa come lo storico Cinema dei Piccoli a Villa Borghese. Lì sono avvenuti anche alcuni incontri con gli ospiti davvero intensi, nonostante il poco tempo lasciato a disposizione da un calendario decisamente fisso a livello di proiezioni.
Tutto ciò mentre la versione online del festival, collocata come tanti altri appuntamenti festivalieri su MyMovies, riscuoteva la dovuta attenzione, sia a livello di contatti che di partecipazione attiva attraverso visioni, voti, commenti.
A proposito di voti, si è conservata anche la formula per cui ciascuna delle tre sezioni competitive (corti, documentari e lungometraggi di finzione ha poi portato a due premi. Uno per l’appunto è quello del pubblico, assegnato sommando i voti degli spettatori presenti in sala a quelli di MyMovies. E l’altro premio ufficiale assegnato da una giuria internazionale, in cui anche la redazione di CineClandestino (rivista confermatasi media partner della manifestazione) era rappresentata. Entrando nello specifico, a giudicare i film di questa edizione i seguenti esperti: il regista Cristiano Anania, le registe Mujah Maraini-Melehi, Victoria Yakubov, Marisa Vallone, il sottoscritto Stefano Coccia in qualità di giornalista, lo sceneggiatore e regista Matteo Scifoni, il produttore Xavier Guerrero, il montatore e filmmaker Alessandro Giordani.
Passiamo pertanto in rassegna i vari concorsi, evidenziando i film premiati e le relative motivazioni.
Il Miglior Film Documentario per la Giuria è Be Water di Bao Nguyen (Regno Unito) perché “nel documentario troviamo la storia dell’uomo e la nascita del mito Bruce Lee, ma anche uno spaccato della società americana dell’immediato e del primo dopoguerra e del mondo di Hong Kong, allora colonia britannica incastonata nel territorio cinese; un incastro perfetto di vita, storia, immagini d’epoca e testimonianze dirette, una danza fluida che non solo dà risalto alla leggenda ma mette altresì in luce la grande forza di Bruce Lee: “si acqua, amico mio, informe e senza limiti”.
Il Premio al Miglior Film Documentario per il Pubblico va a Io lo so chi siete di Alessandro Colizzi (Italia) perché “rappresenta le memorie di un dolorosissimo fatto di cronaca che è anche monito contro lo spazio concesso alle Mafie. Alla loro crudeltà. Il film si pone al servizio di un uomo pieno d’amore e di dignità, come Vincenzo Agostino, padre del giovane poliziotto che venne ucciso assieme alla moglie in una vile imboscata. Le testimonianze raccolte sono tutte molto toccanti. E anche se lo spirito di denuncia tende a prevalere sul resto, la regia di Alessandro Colizzi qualche momento in cui liberare lo sguardo se lo concede anche, come nella sequenza iniziale incentrata sulla commemorazione in riva al mare”.
Il Miglior Film di Finzione per la Giuria è Slalom di Charlène Favier (Belgio, Francia) “per la costruzione ruvida, spigolosa, di rapporti umani in cui lo spirito di sopraffazione, una sopraffazione psicologica prima ancora che fisica, riesce a far breccia in determinati ambienti. Nello specifico un ambiente sportivo tratteggiato di rado sul grande schermo, come quello dello sci alpino. E nota di merito per la giovane protagonista, capace di esprimere turbamenti, aspirazioni e impulsi adolescenziali con intensità non comune. Non un film sullo sport, dunque, ma sulla ricerca del proprio io, della propria identità, e anche del proprio corpo e della propria sessualità”.
Il Premio al Miglior Film di Finzione per il Pubblico va a La Ciudad De Las Fieras di Henry Rincon (Colombia) perché è “brutale, urticante, livido, ma anche profondamente umano e poetico. Il difficile transito verso l’età adulta. Le amicizie e i primi amori. Il senso della perdita, lancinante e crudele. Piccoli riti di passaggio da affrontare senza starci a pensare due volte. La rabbia profonda di adolescenze tremendamente complicate espressa poi attraverso il rap, col momento anch’esso rituale della “battle” a sancire la popolarità e i rapporti di forza tra i ragazzi del barrio. Tutto poi filtrato attraverso la difficoltà di preservare un po’ di dignità, di candore, lungo le stradine polverose, violente e caotiche di una Medellin dove la risposta dei più consiste nel prendere subito la direzione opposta, fatta di ferocia, prepotenza e cinismo”.
Il Miglior Corto per la Giuria è Non ti scordar di me di Giuseppe Petruzzellis & Fabio Marin (Italia) “per lo struggente lirismo delle immagini che, senza mai risultare retoriche, riescono a rappresentare la condizione esistenziale dei malati di Alzheimer e quel loro rapporto col mondo, destinato a farsi ogni giorno più faticoso, allucinato, complesso, foriero quindi di turbamenti destinati a coinvolgere anche le persone più care. Tra video-arte e home movie, si snoda un percorso che finanche a livello formale restituisce dignità e profondità al tema”.
Il Premio al Miglior Film Cortometraggio per il Pubblico va a From Trash To Treasure: Turning Negatives Into Positives di Iara Lee (Usa) perché ritenuto “magnetico. Caleidoscopico. Incredibilmente ricco di colore e di musica. In poco più di venti minuti riesce ad affrescare svariate realtà presenti in una piccola nazione africana, il Lesotho, della quale in Occidente si sa poco o nulla. E se qualcosa esce fuori sono quasi sempre l’estrema povertà e i tanti problemi sociali. Ma ciò che emerge invece dal cortometraggio è l’ingegno dei più giovani, la loro volontà di combattere per i diritti civili, di recuperare in modo creativo le tradizioni degli antenati. Proprio vero quello che diceva De André: dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior”.
Stefano Coccia
Riepilogo recensioni per sezione dal Mescalito Biopic Fest 2021
DOCUMENTARI
Be Water di Bao Nguyen
Io lo so chi siete di Alessandro Colizzi
La casa rossa di Francesco Catarinolo
My Upside Down World di Elena Goatelli
Opera prima di Tayu Vlietstra
LUNGOMETRAGGI DI FINZIONE
Slalom di Charlène Favier
La Ciudad De Las Fieras di Henry Rincon
Botox di Kaveh Mazaheri
Lucky Grandma di Sasie Sealy
Poppy Field di Eugen Jebeleanu
Roe v. Wade di Cathy Allen e Nick Loeb
The Evening Hour di Braden King
CORTOMETRAGGI
Non ti scordar di me di Giuseppe Petruzzellis & Fabio Marin
From Trash To Treasure: Turning Negatives Into Positives di Iara Lee
The Master Brewer di Antti Haase