Una lunga fuga sulle due ruote
Dopo la recente vittoria del premio della giuria all’Animaphix – International Animated Film Festival 2018 in quel di Bagheria e la selezione in alcune prestigiose vetrine del circuito festivaliero come il Seoul International Cartoon and Animation Festival e il Festival La Truca in Colombia, Mercurio prosegue inarrestabile il suo percorso facendo tappa in un’altra prestigiosa kermesse dedicata al cinema d’animazione d’autore, ossia Imaginaria. Ed è proprio lì che abbiamo avuto l’occasione e la fortuna di assistere alla proiezione del corto di Michele Bernardi, presentato nella sezione competitiva “Animated Short Film Competition” della 16esima edizione della manifestazione cinematografica conversanese, dove si è aggiudicato il premio per il miglior film in ex-aequo con The Blissful Accidental Death del romeno Sergiu Negulici.
In Mercurio, Bernardi riavvolge le lancette dell’orologio per raccontare un’odissea umana che confluisce in un dramma collettivo. Qui, un dolore comune rivive di riflesso nell’esperienza esistenziale e nel cammino di un singolo. Grazie alle passioni che lo legano all’infanzia, il giovane protagonista del corto riesce ad accettare le regole inevitabili della condizione umana. In questo modo, sfugge all’alienazione fisica e mentale della dittatura fascista e conquista la libertà assoluta.
Il regista originario di Finale Emilia, già attivo negli anni Ottanta con la collaborazione a serie e sigle televisive animate per note aziende, catapulta lo spettatore di turno in un viaggio spazio-temporale fisico, onirico e mentale che ha in un flusso mnemonico senza soluzione di continuità la manifestazione drammatugica e filmica. La cruda realtà incontra il potere immaginifico. L’orrore fascista come una ferita aperta e per molti ancora sanguinante, che in questo caso trova nella lotta non armata di un bambino prima e di un adulto poi una cura per ricucire lo strappo. Testimonianza, questa, che si tramuta nel tessuto narrativo di un intenso romanzo di formazione.
Per dare forma e sostanza audiovisiva alla sua ultima fatica animata, l’autore si avvale del digital 2d in cui convergono in maniera fluida e armoniosa l’acquerello e la tecnica del graffiato per generare immagini evocative, poetiche e anche profondamente dolorose. Il tutto accompagnato sullo schermo da un sound effect e da una colonna sonora (firmata da Luca D’Alberto) che accrescono in maniera esponenziale l’impatto emotivo dell’opera. Un’opera, quella di Bernardi, nella quale estetica e contenuto viaggiano all’unisono e in maniera simbiotica, dando vita a un film toccante che accarezza e allo stesso tempo trafigge come una lama affilata il cuore e la retina del fruitore.
Francesco Del Grosso