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I villeggianti

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VOTO: 7

Un lessico famigliare da ascoltare

Les estivants (sarà distribuito da Lucky Red col titolo I villeggianti) è ciò che ci si aspetta da Valeria Bruni Tedeschi. Se il suo esordio È più facile che un cammello… era già autobiografico, questo quarto lavoro si può dire che lo sia ancora di più.
«Il divorzio tocca direttamente l’origine dell’angoscia e la risveglia, e con un colpo solo penetra fin dove arriva la vita» affermava Botho Strauss – e non è un caso che la stessa venisse citata ne L’infedele di Liv Ullmann (2000). Probabilmente è proprio questa ferita ad aver portato l’artista a mettersi così a nudo, in un progetto che attinge fortemente al suo vissuto e, in fondo, è un dato di fatto che in ogni opera d’arte c’è sempre una parte di chi la crea, conscia o inconscia (anche Assayas in Non-Fiction smaschera questa dinamica e altri lo hanno fatto prima di lui).
Lo “strappo” comincia in un bistrot parigino in cui la coppia è al tavolo con il produttore di lei (Xavier Beauvois), mentre questi si allontana, Luca (Riccardo Scamarcio) sceglie quel momento per comunicare alla compagna (la stessa Tedeschi) che non sarebbe andato in vacanza con lei com’è sempre accaduto. Nell’esistenza di ciascuno di noi potrebbe arrivare quell’istante per cui il “per sempre” si infrange e così accade ad Anna, la quale reagisce con quelle note dolcemente e ironicamente nevrotiche di chi non vuole accettare la realtà e desidera essere amata con tutta se stessa.
L’attrice resa celebre da CinquePerDue – Frammenti di vita amorosa di François Ozon parte sin dalle prime scene a prendersi amorevolmente in giro: emblematica è la scena in cui si presenta davanti alla commissione ministeriale per l’erogazione dei fondi per il prossimo film e uno dei membri le domanda: «qual è la differenza tra questo film e gli altri tre che ha fatto?». L’autoironia è un talento e Valeria Bruni Tedeschi ne ha da vendere.
Da questo preludio prende il via il primo atto con l’approdo in Costa Azzurra. «Sembra di arrivare in paradiso, invece è l’inferno». Una grande e bella casa è diventato per Anna – e non solo – un luogo del cuore, che può essere ora un rifugio caldo, ma anche una cappa che ti isola dal mondo per ingabbiarti tra le maglie dei non detti.
«È un posto senza tempo e lontano dal resto del mondo. Con questo film, racconto la storia di un gruppo di persone in questa casa: la famiglia dei proprietari, gli amici e i dipendenti. Descrivo la solitudine di ognuno di essi, nonostante si trovino insieme, le dispotiche dinamiche nei rapporti, le paure, la vergogna, la rivolta, i desideri e gli amori. La mia intenzione è di raccontare come ogni persona scelga deliberatamente di ignorare il frastuono del mondo esterno, il tempo che passa, la morte in agguato; come ognuno sia solo di fronte al mistero della propria esistenza», ha dichiarato la regista ed effettivamente ci riesce, con una leggerezza che strappa sorrisi e una profondità che può far commuovere guardando sul grande schermo quanto possiamo essere fragili e soli indistintamente rispetto alla classe sociale (basti osservare i proprietari e i dipendenti).
I villeggianti è sì un film molto personale di Valeria Bruni Tedeschi, ma racconta tanto di ciò che siamo. C’è chi potrebbe giudicarlo in partenza (e magari senza vederlo) come un esercizio di stile o un’autoanalisi, ma non è assolutamente un’opera riducibile a queste definizioni. Certamente la Tedeschi appartiene alla classe borghese, può aver avuto le sue fortune e il bello è che non nasconde nulla, così come non cela il suo viscerale bisogno di amore – chiedendolo e proiettandolo sul compagno di vita fino alla sorella (toccante la scena in cui le due cantano “Ma che freddo fa”) e le ferite non rimarginate (compresa la perdita del fratello)
Ci siamo volutamente concentrati sull’autrice perché è un’opera sua dal respiro ambio, in cui non mancano alcuni difetti (a tratti sembra esserci troppa carne al fuoco), ma pulsa di onestà. Non possiamo non citare l’ottimo cast che ha coinvolto, oltre ai già citati: Valeria Golino (che dà corpo a Elena, la sorella), Pierre Arditi, Noémie Lvovsky, Marisa Borini. Bruno Raffaelli e Laurent Stocker della Comédie-Française, Yolande Moreau e Anthony Ursin.
I villeggianti è stato presentato Fuori Concorso alla 75esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.

Maria Lucia Tangorra

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