La vita in un sorso
Sovente, soprattutto negli ultimi anni, è stato rappresentato il tema della memoria e della perdita della stessa. La malattia dell’Alzheimer è, dunque, stata scelta negli ultimi anni da numerosi cineasti in tutto il mondo. Basti pensare, ad esempio, a Michael Haneke, che, con il suo Amour (2012) ha vinto il Premio Oscar per il Miglior Film Straniero. Eppure, nel momento in cui ci si cimenta con un argomento del genere, il rischio di mettere in scena cliché di ogni genere è come non mai elevato. Fortunatamente, ciò è stato evitato dalla regista irlandese Louise Bagnall, la quale – con il suo cortometraggio Late Afternoon, presentato in concorso all’11° edizione dell’Irish Film Festa – ha saputo mettere in scena un delicato e toccante rapporto madre-figlia, distinguendosi non soltanto per il personale stile narrativo, ma anche per la suggestiva realizzazione grafica.
Emily è un’anziana signora che trascorre le sue giornate seduta in poltrona. La sua mente, ormai è offuscata. Eppure, nel momento in cui una giovane donna entra nella sua stanza e, dopo essersi presentata, le porge una tazza di tè, i ricordi, frammentari ed effimeri, iniziano a tornare alla mente. Ed ecco che le immagini si fanno mutanti, i colori – curatissimi, saturi e anch’essi cangianti – ci trasportano in mondi lontani, fino alle estati in cui Emily, bambina, giocava in spiaggia sotto gli occhi vigili e attenti di suo papà. Un biscotto sparisce all’interno della tazzina da tè e, pian piano, le immagini ci riportano ad una Emily adulta, alle prese con il primo amore. In un mutare continuo, le immagini sullo schermo, dunque, ci accompagnano verso un tenero epilogo che si conferma giusto coronamento di un prodotto sentito e privo di retorica, frutto di un accurato lavoro di computer grafica in 2D mista a tecniche pittoriche che tanto stanno a ricordare la scuola francese.
A tal proposito, se facciamo un salto con la mente al (non troppo) lontano 2016, non possiamo non ricordare il bellissimo Le stagioni di Louise (presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma 2016), del francese Jean-François Laguionie. Anche qui, come, appunto, nel cortometraggio della Bagnall, il regista aveva optato per immagini in continuo cambiamento, inserendo, all’interno della messa in scena, anche importanti riferimenti pittorici ora a Munch, ora a Dalì, ora a Magritte. E, di fatto, il bel Late Afternoon, per quanto riguarda le scelte visive, fa pensare proprio al lungometraggio di Laguionie, pur mantenendo, tuttavia, una propria soggettività.
Dopo l’uscita del sorprendente The Breadwinner (diretto nel 2017 da Nora Twomey e presentato anch’esso alla Festa del Cinema di Roma ), ecco, dunque, un anno particolarmente interessante e ricco di belle sorprese per l’Irlanda, per quanto riguarda il campo dell’animazione. E questi sono soltanto due dei numerosi titoli prodotti recentemente. Una cinematografia, questa di questo specifico settore, che non aspetta altro che essere scoperta. E di colpi di fulmine, siamo sicuri, ce ne saranno certamente moltissimi.
Marina Pavido